Regia di Rodrigo Garcia vedi scheda film
FESTA DEL CINEMA DI ROMA - CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA
Nel delicato e frizzante Raymond & Ray, il sensibile regista e sceneggiatore Rodrigo Garcia accosta due divi eccezionali come Ethan Hawke ed Ewan Mc Gregor per raccontare il riavvicinamento reciproco, tardivo e fuori tempo massimo, di due fratelli costretti a riunirsi per la morte del genitore che non sono mai riusciti ad amare.
Nell’ambito della selezione principale della 17° Festa del Cinema di Roma, ovvero il Concorso Progressive Cinema, Raymond & Ray segna il ritorno del regista televisivo e cinematografico di Bogotà Rodrigo Garcia, noto per alcune storie apprezzate di donne (Le cose che so di lei, 9 vite da donna, Quattro buone giornate) o con donne straordinarie (Albert Nobbs, in cui spicca l’interpretazione di una fantastica Glenn Close).
Raymond & Ray si segnala, oltre che per la piacevole, ironica narrazione che stempera atmosfere drammatiche legate alla vita di due fratelli un po’ disillusi e vinti dalle avversità che li hanno coinvolti, per il cast eccezionale, che vede coinvolti in particolare due affascinanti ed apprezzate star cinquantenni di prima grandezza come Ethan Hawke e Ewan McGgregor, entrambi eccezionali.
Una sera come tante l’ irrisolto Raymond si reca, dopo anni, a casa del fratellastro musicista Ray, per avvisarlo che il loro padre è morto a seguito di repentine complicazione del suo già compromesso stato di salute.
Entrambi non lo vedevano da anni, essendo i rapporti ormai pervasi da una glaciale indifferenza.
Su insistenza di Raymond, Ray si convince a recarsi al capezzale del padre accompagnando il fratello, che nel frattempo non può guidare a seguito del ritiro della patente per una effrazione.
Lungo il viaggio lo spettatore scopre due personalità amareggiate dalla vita: un uomo piegato da insoddisfazioni personali e lavorative (Raymond/Mq Gregor), e un ex alcolista di bell’aspetto, conteso dalle donne, che ha cercato di concentrarsi sulla musica, senza riuscire ad emergere, affogando nella dipendenza (Ray/Hawke).
I due fratelli vivranno, una dietro l’altra, esperienze e sorprese che permetteranno di vedere sotto una luce diametralmente diversa la terribile figura paterna che entrambi conservavano nel cuore e nei ricordi sopravvissuti. Andranno così incontro a un destino di incontri inaspettati e favorevoli a convincerli che, a volte, è proprio da ciò che rimane di una famiglia, si pongono le basi per una rinascita, sia materiale che spirituale.
Il cinema di Rodrigo Garcia ha sempre puntato molto sui legami sentimentali e famigliari. Anche stavolta il regista colombiano punta, con questo suo delicato ma anche ironico e frizzante Raymond & Ray, a scavare a fondo per scoprire le basi sane di un rapporto che può rinascere solo dalle radici.
Il film, prodotto da Alfonso Cuaron, è un viaggio che due fratelli, poco avvezzi a collaborare, compiono alla ricerca dei dettagli di vita di un padre ritenuto fino a quel momento solo un personaggio spregevole e violento. Ma che saprà guadagnarsi, nonostante il tempo trascorso, uno spazio dignitoso nel cuore di entrambi i figli disillusi ed amareggiati dalla loro vita avara di soddisfazioni.
Nel film delicato, introspettivo, ma anche vitale, ironico e divertente, la vita riesce a serbare sorprese inimmaginabili, che riescono a scuotere animi inariditi da insoddisfazioni e delusioni cocenti, che hanno spinto i due fratelli ad isolarsi, ognuno con i propri fallimenti.
La sceneggiatura, firmata dallo stesso Garcia, si sviluppa in modo lineare, rispettando una efficace struttura narrativa. E se talvolta la vicenda rischia derive sentimentali quasi stucchevoli, il suo autore riesce abilmente ad evitare questi tranelli, puntando sulla verve ironica che caratterizza i due protagonisti, e regalando alle due eccezionali star protagoniste, che è davvero bello ed originale ritrovare a recitare insieme, due ruoli eccezionali.
E tra Hawke-cowboy sciupafemmine suo malgrado e McGregor-“medioman” irrisolto e incapace di trovare un adeguato equilibrio degli affetti, la gara non ha un vincitore: entrambi gli attori risultano perfetti, straordinari, indispensabili alla riuscita del film.
In due rilevanti ruoli femminili apprezziamo la scelta delle brave e belle attrici Maribel Verdù, nei panni dell’ultima compagna del defunto, e Sophie Okonedo, la tenace e inflessibile badante del padre: entrambe le donne costituiranno per ciascun fratello, una via di svolta fondamentale.
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