Regia di Fritz Lang vedi scheda film
IL NOIR SECONDO FRITZ LANG "D'improvviso ho paura: sto per sposare un estraneo.
Un uomo che non conosco affatto.
Potrei andarmene.
Potrei fuggire, sono ancora in tempo!
Ma che direbbe la gente!
No, non posso andarmene.
Non so che cosa sia, ma ho paura".
Quasi un matrimonio alla cieca.
Cecilia è una giovane e affascinante ereditiera che conduce una vita tranquilla ed agiata, da ricca ambiziosa e consapevole di essere ammirata e destinata ad andare in sposa a gente del proprio rango.
Tranquilla almeno fino a quando l'unico suo familiare, ovvero l'affezionato fratello, saggio e devoto amministratore delle ingenti finanze della donna, muore improvvisamente, e Cecilia viene consigliata da uno stimato collega di quest'ultimo, e amico di famiglia, di intraprendere un viaggio per distrarsi e superare il dolore della scomparsa.
Giunta in Messico, Cecilia incontra e rimane completamente affascinata da Marco Lamphere, un giovane e valente architetto che, a sua volta, non rimane indifferente alle grazie di quella bella femmina.
I due si frequentano e si innamorano perdutamente, al punto da convolare a nozze entro tempistiche davvero rapide e fuori da ogni consuetudine.
Solo dopo sposata, la bella donna viene a conoscenza, poco per volta e sulla sua pelle, di vezzi ed atteggiamenti particolari che contraddistinguono il suo sposo.
Dello stesso viene anche a sapere che è vedovo, e pure della sua singolare, bizzarra passione di adibire alcune stanze della sua faraonica dimora, a locali destinati a riprodurre meticolosamente ed assai fedelmente le dinamiche di orrendi crimini, occorsi a personaggi più o meno famosi. Una stanza tra queste, la settima, le rimane celata e sarà la chiave, sconvolgente quanto inattesa, per permettere alla donna di scoprire le pesanti turbe psichiche che sconvolgono la mente del tormentato coniuge.
Dinamiche che risalgono ad un trauma sofferto durante l'infanzia e mai elaborato o risolto dal neo marito.
Ma la chiave della soluzione non si trova nel comportamento strambo dell'egocentrico coniuge, bensì addentro all'atteggiamento ingannevole ordito negli anni da una stretta parente di costui, risoluta a far sì che il suo consanguineo reagisca eliminando la scomoda nuova sposa.
Alla terza collaborazione con la splendida attrice Joan Bennett, già coinvolta nei magistrali noir La strada scarlatta e La donna del ritratto, Fritz Lang dirige un thriller psicologico di rimando inevitabilmente hitchcockiano (i parallelismi con Rebecca sono evidenti, ma non guastano l'atmosfera tesa e misteriosa, molto malata che aleggia lungo la vicenda), che ai tempi dell'uscita sugli schermi fu tuttavia accolto piuttosto freddamente dal pubblico, tanto da rivelarsi un sonoro insuccesso.
La vicenda tuttavia, tra le mani di Lang, cattura ed avvince, grazie anche alla valida prova non solo della diva Joan Bennett, magnifica come sempre, ma anche in virtù dell'interpretazione tutta sfumature ed ambiguità fornita dal valente Michael Redgrave, padre di Vanessa e Lynn, nonché attore britannico di grande spessore e caratura.
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