Regia di Amos Kollek vedi scheda film
Piccole storie nella Grande Mela. Bella fa la cameriera, supera in scioltezza la soglia dei trentacinque anni ma dice di sentirsene cento. La sua vita sentimentale è un disastro, le sue nevrosi sono olimpiche come quelle del Woody Allen d’annata. Sulla sua strada un inglese, Bruno, che fa il tassista ma si crede uno scrittore, ha due figli e non sa neppure cosa sia una famiglia. Intorno a loro altri personaggi, come in un racconto di Paul Auster. Ecco, il regista israeliano Amos Kollek ha bene in mente i “grandi narratori” di New York e il tocco minimalista della commedia intellettuale. Strizzando l’occhio a più referenti costruisce un film d’attori, divertente e leggero, forse un tantino cerebrale nel proporsi come metafora di una o più condizioni esistenziali. Kollek ha dalla sua un cast davvero superbo, a partire dalla protagonista Anna Thomson, attrice americana che però ha costruito la sua fama soprattutto in Francia (dove è amatissima e contesa dai migliori cineasti) per finire con Victor Argo, volto caro ad Abel Ferrara e allo stesso Auster, che qui definisce con il personaggio di Seymour (il vecchio irascibile) una maschera davvero irripetibile.
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