Regia di Umberto Marino vedi scheda film
Sul finire degli anni '90 l'ambulante campano Raffaele Acampora, stanco dei soprusi e del pizzo richiesto dalla camorra, decide di agire concretamente contro la malavita; i boss locali rispondono di conseguenza con un assalto sempre più violento nei confronti dell'uomo, nel frattempo rimasto isolato da quasi tutti i colleghi e dalle istituzioni.
Un piccolo, grande eroe della legalità e della lotta alla malavita, un martire civile: questo è stato l'ambulante Raffaele Acampora, fisicamente eliminato dalla camorra per esservisi opposto in ogni modo dopo aver subito una lunga serie di vessazioni e ricatti da parte della criminalità organizzata. Un esempio da seguire, meritevole quantomeno di una fiction Rai – al netto dei soliti limiti di forma e di contenuti che questo tipo di prodotto reca con sé – e di conseguenza di essere ricordato dal grande pubblico nazionale. Tutto per mio figlio è un lavoro firmato da Umberto Marino, esperto di regie per il piccolo schermo, ed è un'opera tutto sommato scorrevole e non banale, con le inevitabili semplificazioni e approssimazioni ma ben strutturato dal punto di vista narrativo e diretto e recitato sufficientemente bene. Forse si avverte qualche sterzata qua e là in odore di 'gomorrismo' (spettacolarizzazione della lotta alla camorra, riassumendo all'incirca), ma perdonabile nel contesto; interpreti: Giuseppe Zeno, Tosca d'Aquino, Antonia Truppo, Massimiliano Rossi, Ernesto Mahieux. Nota curiosa a margine: Raffaele Acampora è anche il nome del personaggio di Mario Merola in Sbirro, la tua legge è lenta... la mia no (Stelvio Massi, 1979). 4/10.
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