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Asteroid City

Regia di Wes Anderson vedi scheda film

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La recensione su Asteroid City

di mck
9 stelle

Tutto è connesso, e funzionante.

 

E vai di bluegrass!

 

 

Girato fra due antologie, vale a dire “the French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun” e “the Wonderful Story of Henry Sugar and Three More” (ovvero “the Swan”, “the Rat Catcher” e “Poison”), questo “Asteroid City” (dallo sterminato cast…

 


Jason Schwartzman
Scarlett Johansson
Tom Hanks
Jeffrey Wright
Tilda Swinton
Bryan Cranston
Edward Norton
Adrien Brody
Liev Schreiber
Hope Davis
Steve Park
Rupert Friend
Maya Hawke
Steve Carell
Matt Dillon
Hong Chau
Willem Dafoe
Margot Robbie
Tony Revolori
Jake Ryan
Grace Edwards
Aristou Meehan
Sophia Lillis
Ethan Josh Lee
Jeff Goldblum
Fisher Stevens
Bob Balaban
Rita Wilson
eccetera 

 

 

soggetto: Wes Anderson e Roman Coppola

sceneggiatura: Wes Anderson

fotografia: Robert Yeoman

montaggio: Barney Pilling

scenografie: Adam Stockhausen (e Andrew Weisblum)

costumi: Milena Canonero

musiche: Alexandre Desplat (e Jarvis Cocker)

supervisione musicale: Randall Poster

eccetera

 

 

…ipercorale) contiene vari aspetti – tanto dal PdV della sostanza/contenuto (le “tematiche”) quanto da quello della forma/stile (set, location e tecniche di ripresa: è girato in una meseta madrilegna giga-dioramata en plein air, in luogo degli Arid Plains di Arizona/Nevada del 1955 meteorizzati tra il Neolitico e l'Età del Bronzo, però come se un Sergio Leone doc-disneyano fosse stato sotto mescalina) – riconducibili a “Bottle Rocket”, “Rushmore”, “the Royal Tenenbaum”, “the Life Aquatic with Steve Zissou”, “the Darjeeling Limited”, “Hotel Chevalier”, “Isle of Dogs” e “the Grand Budapest Hotel”, e soprattutto a “Moonrise Kingdom” e allo stessa metacinematografia (fictional truth) di Henry Sugar (sì, manca solo “Fantastic Mr. Fox”, forse) ed è forse tanto un punto di non ritorno espressivo/figurativo (si considerino per l’appunto i 4 tra medio e cortometraggi successivi), in attesa di “the Phoenician Scheme ”, quanto un cavalcavia monco (forse il maggiore dei MacGuffin del film, ad ogni modo significativo: più nel senso del Salvador Dalì di “el Puente Roto...

 

 

...y el Sueño” (1945) che da quello dell’incompiuto calabro o dei “romantic poetic tapestries of life west of the Rocky Mountains”) che non trasporta d’alcuna parte: in realtà è un piccolo capolavoro sulla perdita e la creazione, come canta Jarvis Cocker:
Oh, you’ll never have memories worth keepin’...
Oh, you’ll never find the truth you are seekin’...
While you are sleepin’
But you can’t wake up if you don’t fall asleep
So go live your dreams and live ‘em real deep
There is some countin’ money and there’s some countin’ sheep
Oh, you can’t wake up if you don’t fall asleep
If you don’t fall asleep. 

 


Il fotografo di guerra dovrà scegliere tra lo scoop del secolo e forse del millennio o un nudo di Midge Campbell (una via di mezzo tra Jane Russell e Kim Novak, più che la Marilyn Monroe di "the Misfits"): gli cadranno addosso entrambi...

- Left you her address. It's just a post office box.

 

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Dopo tanto dolore, i lieti fine in divenire sono i migliori. Anche se…

- We cut to the back of my legs when the towel falls down.
- Sometimes... They sometimes do a stunt double.
- Sometimes.

 

 

E anche qui il (pruriginoso) gioco… letteralmente… di specchi (e d’un ulteriore asciugamano, appeso e non calato) confonde realtà e finzione: entrambe presunte, entrambe truer than true. Siamo lontani dalla Simone/Léa del “the Concrete Masterpiece” di “the French Dispatch”, e nonostante ciò, pur siccom’è, sì, la scienza che fa progredire quasi sempre per un oggettivo meglio di magnifiche...

 

 

....sorti, e pro/re-gressive [jet-pack, DEW (Direct Energy Weapon, tipo raggi della morte a flusso di particelle), crescita vegetale accelerata, riempimento della 7ª riga (periodo) della tavola periodica (per lappunto) degli elementi (attinoidi o meno) e… “Mad Men”...

 

 

...on the Moon], l’umanità, ma sono i peli (metaforici o meno) del pube a far mettere ad Homo sapiens un passo avanti all’altro ogni giorno che Dio o chi per ess* manda in Terra, ci ritroviamo ad esser vicini, come in quel caso, ad un (altro tipo di) piccolo capolavoro: “Everything’s connected, but nothing’s working.”

 


Scrivimi fermo posta, o: “Maybe we are [doomed].”
[And (not) close the door.]

 

 

Seriamente: l’amorevole ridicolo del mondo (umano e non umano: Bip-Bip!).

 

* * * * ¼ - 8.50  

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