Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
Non essendo irlandese mi è difficile cogliere le sfumature folkloristiche e l'ironia estrema da black comedy terrigna, per opposizione a quella british, aristocratica e borghese. Posso solo dire che si tratta di un dramma bucolico sullo sfondo della guerra civile, che passa da eccessi di sentimentalismo ad eccessi truculenti in una cornice fiabesca. Di certo, il fulcro della storia mette in scena un rapporto omosessuale sublimato. Penso che Freud converrebbe. Odi et amo. Inutile stare a sbertucciare le incongruenze drammaturgiche intenzionali ed involontarie nella concezione delle reazioni comportamentali. Padraic è un uomo dal temperamento adolescenziale, o fanciullino, ben adattato ad un ambiente abitato da personaggi stralunati e svampiti; uno che dice di non conoscere solitudine, né noia, ma tende a ripetere ogni giorno le stesse azioni con una puntualità maniacale al limite della compulsione. Pur avendo un'età avanzata non è mai stato con una donna, cui preferisce un'asinella; inoltre, dorme nella stessa camera con la sorella che sembra amarlo di un amore tenero ed incodizionato salvo, poi, abbandonarlo per un posto al sole cittadino. La morale della fiaba parrebbe avere a che fare col rapporto di amicizia tra i due protagonisti, il quale funge da proiezione della guerra civile che si intravede in lontananza; una guerra fratricida basata su ragioni pretestuose. Per ritenerla un'opera di grande importanza bisogna essere anglosassoni.
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