Regia di Giulio Petroni vedi scheda film
Le idee interessanti ci sono; è la forma, che manca di originalità. Per liquidare in breve questa pellicola di Petroni, in precedenza regista di alcuni spaghetti western (Tepepa, con la coppia Milian/Welles) e qualche commediola (fra le quali spicca Una domenica d'estate, con - fra gli altri - Tognazzi e Vianello), basterebbe un'affermazione generica di questo tipo; approfondendo però il discorso, va quantomeno segnalato che il titolo è fuorviante e fa pensare immediatamente alla più classica commediola sguaiata tipica di quel periodo, mentre in realtà si tratta di un lavoro dalle basi apprezzabili e con validi (ma non sempre realizzati) intenti di satira sociale. Dignitosissimo anche il cast: Luciano Salce, Claudio Gora, Barbara Bouchet, Marisa Merlini e Gigi Ballista sono gli interpreti principali, insieme al del tutto anonimo protagonista Dado Crostarosa; belle le musiche di Riz Ortolani, sempre affidabile. Ciò che non funziona in questo Non commettere atti impuri è una certa leggerezza nello svolgimento (sceneggiatura e soggetto dello stesso regista) che di tanto in tanto scivola nei canoni della coeva commedia erotica - la Bouchet non è mica lì per niente - e che pertanto trascende le pur buone intenzioni della storia, che comincia proponendosi come uno scontro ideologico fra atei ed estremisti cattolici e finisce per travolgere qualsiasi discorso in un turbine di facile ilarità e sessuomania italiota (frequenti ad es. i riferimenti all'incesto). Una storia dalle buone potenzialità assolutamente sprecate, ma comunque, dati i tempi che correvano per il cinema italiano, in maniera meno tragica di quanto si possa presupporre. 4/10.
Un ragazzo, figlio di un ateo anarchico, dà ripetizioni di latino ad una vicina timorata di dio. La famiglia di lei, e in particolare uno zio burbero, tenta di convertirlo, lui però decide di ribellarsi...
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