Regia di Alberto Rodriguez vedi scheda film
È il 1976 quando Manuel (Herrán), reo di avere sottratto 40.000 pesetas all'azienda dove lavora, finisce in carcere, a Barcellona. Il generale Franco ha da poco tirato le cuoia dopo una lunghissima dittatura, ma i suoi scherani, adibiti anche a secondini nelle prigioni, fanno pagare salatissimo il prezzo della neonata democrazia. Per Manuel, che in cella troverà un veterano (Gutiérrez) che ha passato più tempo a vedere il sole a scacchi che all'aria aperta, avrà inizio un lunghissimo calvario che passerà per un tentativo di creare una sorta di sindacato dei detenuti. Fino alla scelta di una soluzione obbligata…
Già autore de La isla mínima e del pregevole Gruppo 7, con Prigione 77 Alberto Rodriguez firma il suo film di gran lunga migliore. Una vicenda carceraria che prende spunto da fatti realmente accaduti e li affastella per due ore in un racconto tesissimo, nel quale - tolta la saponetta - ci sono tutti gli elementi canonici del prison movie. Un limite? Nient'affatto, perché il cinquantenne regista spagnolo li assembla con una maestria davvero ammirevole, ricavandone un romanzo di formazione nel quale un giovane istruito riesce a non bruciarsi l'anima e dove sono messe bene a fuoco le condizioni animalesche (e le torture) alle quali sono costretti i prigionieri, come da noi segnala da molti anni l'associazione A buon diritto. Il resto di questo gioiello del cinema iberico lo fanno la spettacolare ricostruzione del penitenziario e un cast di attori tutti in stato di grazia.
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