Regia di Oriol Paulo vedi scheda film
Per fare luce su un presunto suicidio avvenuto in un ospedale psichiatrico, la ricca detective Alice Gould si introduce all'interno dello stesso simulando un fenomeno psicotico. Nel frattempo, suo marito è sparito (sembra) con tutte le sostanze economiche della donna e nel manicomio i pazienti non vengono trattati propriamente con i guanti di velluto.
Il terzo film approdato in Italia del regista catalano Oriol Paulo è la conferma che Contratiempo (che ebbe anche un remake in versione italiana, Il testimone invisibile, diretto da Stefano Mordini) fu solo un incidente di percorso. Se Dio ha imparato a scrivere (osceno quanto magniloquente titolo italiano, mentre quello spagnolo suona come Le linee sghembe di Dio), a Paulo mancano i fondamentali della sceneggiatura, tratto da un romanzo del 1979 di Torcuato Luca de Tena. Lo dimostra un copione farraginoso (con il solito, sfiancante gioco a scatole cinesi) che - pur di accreditarsi telefonatissimi colpi di scena destinati al fiasco - rende assai tortuoso lo sviluppo narrativo. A completare il quadro c'è anche il cast: ricordo nitidamente di aver visto recitare Rin-Tin-Tin, Lassie e persino Braccobaldo. Ma nessuno di loro era scarso quanto gli attori di questo ennesimo prodotto di scarto targato, neanche a dirlo, Netflix.
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