Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Mia (Greta Gasbarri, esordiente e compagna di classe della figlia del regista) è una quindicenne romana che conduce la tipica vita delle ragazze della sua età: scuola, sport, uscite con le amiche, occhi perennemente bistrati dal trucco, social, i contrasti tipici degli adolescenti in famiglia. La sua vita cambia quando incontra Marco (Mandolini), giovane orco spaccone che ha cinque anni più di lei e che la plagia, al punto da isolarla dalle amiche e da farle abbandonare lo sport. Il padre di Mia (Leo), un preoccupatissimo conducente di ambulanze, vorrebbe ridarle la vita di prima ma in mezzo c'è anche una moglie (Mancini) che - come da canone ormai consueto - ha instaurato con Mia un rapporto da amica. "So' ragazzi, dai, passerà". E invece la vicenda prende una piega decisamente drammatica.
Ivano De Matteo scrive e dirige un film perfettamente in sintonia con la sua poetica: quella di un cinema amaro, nel quale la famiglia - come scriveva Lasch - è il "rifugio in un mondo senza cuore" che - una volta infettato dall'esterno - mostra tutti i suoi guasti. Come ne Gli equilibristi e I nostri ragazzi, De Matteo ribadisce la sua vocazione a proporre un'idea di cinema che si apre dichiaratamente al dibattito sociologico a partire dall'attualissimo tema del revenge porn. Lo fa, ancora una volta, con una scrittura tesa, pulsante, piuttosto asciutta (peccato solo per le inutili scene di sesso tra padre e madre e per il sovradimensionamento della vicenda dei due tossici fuori dall'ospedale), che scoperchia tutte le difficoltà del difficilissimo mestiere di padre in un contesto con troppi modelli educativi antagonisti.
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