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Regia di Marc Munden vedi scheda film

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La recensione su Help

di mck
8 stelle

HELP(less).

 

 

Se la Baggina (il Pio Albergo Trivulzio) di Milano o la RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) Carisma di Bergamo fossero di stanza a Liverpool, allora “Help”, quest’eccellente opera per la tv (prodotta da Jenny Frayn per Channel 4), un “instant but weighted movie”, diretta dal prezioso tocco riconoscibile di Marc Munden (“Miranda”, “Utopia”, “the Third Day”) e scritta dal drammaturgo Jack Thorne (Skins, This Is England, the Fades, Glue, the Accident, the Aeronauts, Radioactive, His Dark Materials, Enola Holmes), sarebbe un film che (oltre a costituire la terza prova collaborativa in comune di regista e sceneggiatore avendo i due già fatto coppia artistica in passato lavorando nei rispettivi ruoli per “Secret Garden” e “National Treasure”) racconta una storia sineddotica (la parte per il tutto) relativa a quelle case di cura e riposo e basata sui loro pazienti (aggettivo) residenti (sostantivo), e viceversa (solo che lo hanno fatto gl’inglesi e non gl’italiani).

 


Sarah (Jodie Comer), pazza come una mucca/vacca secondo la definizione del padre ("mad cow") non contraddetta dalla madre, sembra aver trovato la propria vocazione professionale sgobbando in un gero(nto)comio di Liverpool, dove dimostra un talento speciale e del tutto naturale nell'entrare in contatto con i degenti ricoverati non ospedalizzati. Poi, a marzo 2020, scoppia la pandemia influenzale di SARS-CoV-2, e la CoViD-19 fa deflagrare l’equilibrio raggiunto… sopr’ad un metaforico trampolino.

 


Stephan Graham (Snatch, Gangs of New York, This Is England, the Damned United, Public Enemies, BoardWalk Empire, Texas Killer Fields, Taboo, the IrishMan, Peaky Blinders) recita da Dio anche quando è letteralmente messo fuori fuoco dalla MdP, ma l’ora e mezza di girato può essere anche definita come uno studio sul volto...

 

 

...di Jodie Comer (“Killing Eve”, “the Last Duel”), che recita da Dio anche quando il viso è per metà coperto dai DPI (mascherine prima antipolvere/chirurgiche e poi facciali filtranti) del reparto dressing/costume props & health/care safety: l’ultima scena, nonostante il livello di retorica didascalicità spinta raggiunga - consapevolmente, scientemente, volutamente - temperature al calor bianco, è abbastanza devastante dal PdV empatico.

 


Comer e Graham avevano già avuto un incontro ravvicinato dieci anni prima, nel primo dei quattro episodi della miniserie britannica "Good Cop" di Stephen Butchard.

Completa il cast principale Ian Hart, che recita bene anche per via telefonica. E chiudono il cast secondario Andrew Schofield nel ruolo del padre di Sarah e Steve Garti in quello di Kenny, da supino a prono.
Fotografia: Mark Wolf. Montaggio: Simon Smith. Musiche di Jim Williams e Anna Meredith.

 


(Il paragone - pur ancillare nell’ampio contesto dell’evenienze umane - con una guerra a “bassa” intensità - per i normolesi: mi riferisco alla malattia, non ai “disagi” messi in atto per arginarne la diffusione - non è del tutto improprio.)

 

 

* * * * (¼) - 8.25    

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