Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Zero (Oscar) sarebbe carino.
Immaginiamo per un momento cosa avrebbero potuto desiderare i detrattori del film di Nolan, così come i suoi concorrenti agli Oscar: "Zero Oscar sarebbe carino." Il desiderio di veder fallire un'opera ambiziosa. Invece, il film ha saputo imporsi, dimostrando che il talento, quando accompagnato da una visione audace e da una narrazione potente, riesce a prevalere su ogni critica.
"Zero sarebbe carino." Questa frase, pronunciata dal generale Leslie Groves (Matt Damon) in risposta all'assicurazione di Oppenheimer (Cillian Murphy) che le possibilità di una catastrofe globale causata dal test Trinity erano "vicine allo zero", racchiude nel migliore dei modi la tensione e l'umorismo macabro che pervadono il film di Christopher Nolan. In un momento di ansia palpabile, la battuta del generale offre una breve e cinica tregua, riflettendo la paura primordiale di ciò che la scienza poteva scatenare e la necessità di affrontare l'ignoto con una punta di leggerezza. Questa scena è emblematica del tocco magistrale di Nolan, capace di bilanciare il dramma e l'ironia con abilità. La scena con la battuta di Groves, non è solo un momento di sollievo comico, ma un riflesso delle paure più profonde che accompagnavano gli scienziati di Los Alamos. La reazione a catena potenzialmente infinita, capace di inghiottire il mondo intero in fiamme, era un incubo tangibile. Eppure, attraverso l'abilità di Nolan, quel terrore diventa anche un'occasione per esplorare l'umanità dietro i calcoli e le formule, dimostrando che il coraggio di affrontare l'ignoto, sia nella scienza che nel cinema, merita di essere riconosciuto e celebrato.
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