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Oppenheimer

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Oppenheimer

di mck
8 stelle

E=mc² (Near Zero).

 

"Rata-tatàn! Rata-tatàn!", oppure "Dodes'ka-den! Dodes'ka-den!", fanno le bielle motrici e quelle d'accoppiamento... (Dalle mandrie votate a veicolare il massacro che al galoppo hanno spinto più in là la Frontiera al Cavallo Vapore che ha eretto ed unito di crocevia in crocevia l'America: "Manca solo il saloon.")

 

Christopher Nolan, là dove “Interstellar” ebbe inizio [e il Grande Rimosso - almeno parzialmente, per interposte V2, ed oltre a, per altri versi, John von Neumann, Subrahmanyan Chandrasekhar e Freeman Dyson - di questo “Oppenheimer” (parimenti a quella specie/sorta d’interpretabile - un po' forzatamente - come un’onirica comparsata, con "un anticipo tremendo", dell'Enola Gay trasvolante... sulla Manica) è Wernher von Braun], coi pappi dei pioppi (fotografia in 70mm di Hoyte van Hoytema) che danzano nell’aria nei pressi della direttrice che da Los Alamos porta, passando per Berkeley, Princeton, Chicago e Manhattan (Project), ad AlamoGordo (iper-nonluogo in cui le sabbie desertiche di silicio e feldspato vetrificandosi al calor bianco divennero trinitite) vibrando (montaggio di Jennifer Lame) sul ritmo, l’agogica, la melodia, l’armonia, la dinamica e il timbro di Ludwig Göransson, fa, (quasi) tutto da sé (il supervisore agli effetti speciali Scott R. Fisher sta al 12° film del regista in 25 anni di carriera come Douglas Trumbull sta a "2001: a Space Odyssey" e "the Tree of Life"), quel che può, ovvero: un paradossalmente (in quanto la realtà è costituita per lo più da vuoto) solido, anche se non sperticatamente insolito, film IMAX-eastwoodiano nella realizzazione (fin dal nucleo oltre che lungo le orbite del guscio esterno), pieno zeppo di metaforoni, pur’anche sostenuti da un’architettura "random"-mnemonico-jazzistica...

- scindere l’atomo e frantumare bicchieri; Oppie a colori, Strauss (che in pratica qui ricopre il ruolo che in futuro avranno alcuni carabinieri dei NAS, alcuni magistrati della Procura di Roma e alcuni giornalisti de l'Espresso nei confronti di Ilaria Capua: invece che virus in questo caso si esportano isotopi, e così come i primi non serviranno a creare epidemie i secondi non servono, non servivano e non saranno serviti a costruire armamenti nucleari, ma bensì, "addirittura", a sviluppare la ricerca per la medicina nucleare in campo diagnostico e terapeutico) in bianco e nero (in un paio di occasioni le posizioni lungo l’asse della Storia s’incrociano invertendosi: la bellezza della punteggiatura e della sintassi cinematografica) e Truman (che, congedandolo porgendogli un fazzoletto per il sangue sulle mani e le lacrime dagli occhi, pronuncia la “o” di Oppenheimer - il genio, il coordinatore, il guru-sfinge, il vitellone, la divinità vedica, il piagnone, il non-Nobel, l'organizzatore, il dongiovanni - nel modo sbagliato, allungandola in accentuazione) altamente desaturato; il celeberrimo passo della Bhagavad-Gita declamato durante un orgasmo; alcune delle conversazioni avvenute realmente riportate con dialoghi accurati e veritieri (non ultima l’aviotraversata verso la libertà e la salvezza di Bohr, più il particolare - del tutto inventato con un mash-up sincretico - del morso schrödingeriano che ha rischiato di dare alla mela spalmata/inoculata con cianuro di potassio e destinata a Blackett); il Signature Martini; eccetera eccetera -

...che ne stempera la stolida ingombranza, e soprattutto, dimentico del giocattolone “Tenet”, sceneggia e dirige, basandosi in larga parte sulla biografia American Prometheus: the Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer, scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin e pubblicata nel 2005 (e che a sua volta possiede una fitta bibliografia di una ventina di pagine e un apparato di note che si sviluppa per una novantina), una storia, strutturalmente tripartita come “Dunkirk”, ma ramificata lungo un arco temporale ben più vasto (da metà anni ‘20 a metà anni ‘60), che trova shyamalanicamente la sua (dis)soluzione con l’ultima parola/inquadratura oppenheimer-einsteiniana, "proprio" così come, a loro volta e contestualizzando il tutto, facevano, convergendo verso il loro momentum/punctum/quantum, “Memento”, “the Prestige” e “Inception” (anche se forse, lasciando perdere la bolsa trilogia batmaniana, il film della carriera dell’autore di “Following” che - incongruentemente, in superficie e per assurdo - più assomiglia a questo è - il “non” suo - “Insomnia”).

- - - - - - - - - -  I N I Z I O  I N T E R M E Z Z O  - - - - - - - - - -

“Siamo arrivati troppo tardi”, disse Emilo Segré. Quella minchietta di Hitler s’è sparato in testa, Berlino e Dresda sono rase al suolo. Poi, per inerzia fatale lungo il falsopiano della Storia, ecco 334 B-29 in volo su Tokyo (100.000 persone vaporizzate in tempeste di fuoco) versus 6 chilogrammi e rotti di plutonio-239 ad arrostire i mostri di Gila (Heloderma suspectum) del New Mexico. Gotta light? L’aggeggio, l’arnese, l’affare: esplode.

 

 

La Sacra Trinità di protone, neutrone ed elettrone al meglio delle loro capacità. Il Grande Scoppio arriva al punto di osservazione, posto a 30 chilometri dall’epicentro della deflagrazione, Ground Zero, sull'alta torre di estrazione che non scava petrolio ("There Will Be Blood"), ma Squarcia la Realtà, circa 1 minuto dopo il Grande Lampo. La notte si trasforma in giorno e l’Essere Umano è diventato Morte, Distruttore di Mondi, mentre già risuona nell’aria la pendereckiana trenodia - il canto/lamento funebre - per le vittime che verranno. Un anno e mezzo prima, Jean Tatlock, impegnata nel “togliere il fardello di un'anima paralizzata da un mondo in lotta”, dirà - "come" Ettore Majorana (e/o Paul Ehrenfest), presago teorico-quantistico di quel che verrà - addio al futuro: “Sono disgustata da tutto…”. Lo spazio-tempo collassa: la Storia non è finita, ma precipita costantemente con un abbrivio e un’inerzia fatali. La reazione a catena si rivela essere psicologica, politica, sociale: incontrollabile, non come quelle atomiche a fissione (uranio, plutonio) e termonucleari a fissione-fusione (idrogeno), sino a che il Poseidon (Status-6) equipaggiato con una sporca bomba gamma (cobalto-60) non si mette a scodinzolare impaziente come una remora attaccata al fianco del Belgorod, al placido culmine di uno dei CrossRoads (le Isole Vergini - i nomi che diedero loro gli Arawak e i Kalinago con loro si sono estinti - del buen retiro non sono le Aorokin Majel di Bikini) della Storia. Ma intanto, nel frattempo di un orizzonte degli eventi ideale, sotto agli alami populus, Tyke, che da adulta si chiamerà Toni, sta gattonando. E qualcuno intona, in quel medesimo continuum spazio-temporale, o in un altro quando-e-dove, sovrapponendosi al flusso delle vite che scorrono: “...some sunny day!”

- - - - - - - - - - -  F I N E  I N T E R M E Z Z O  - - - - - - - - - - -

La Seconda Guerra Mondiale è finita: entra in scena la Guerra Fredda (quella che porterà alla proverbiale Quarta Guerra Mondiale combattuta con pietre e bastoni, cormacmcarthyano isotopo 60 del cobalto permettendo). FDR viene “sostituito” da Truman ("Ho sentito che sta lasciando Los Alamos. Che cosa ne dovremmo fare?" - "Restituirlo agli indiani.") ed Eisenhower, ma incredibilmente la Genbaku Bungaku avrà sino ad oggi una bibliografia relegata al solo Giappone, e quel pericoloso pagliaccio di Joseph McCarthy viene ostracizzato e consegna il testimone al Metodo Hoover di Boris Pash: ma ecco che David L. Hill ripaga Strauss, fuor di processo, con la sua stessa moneta. E ciò che a tal proposito crea più stizza è che Strauss può anche essere tutto sommato impilato nella categoria "banalità del male", ma - sfogliatane la biografia - non certo in quella della "pura malvagità": Nolan inventa quel "sussurrarsi addosso" da malabolgia dantesca fra Oppenheimer ed Einstein in riva al lago a Princeton, così miserabilmente malinterpretato da Strauss (a causa della sua debolezza di carattere, soprattutto), mentre di vero c'è (e magari narrativamente ciò sarebbe pure bastato, ma forse "non" dal PdV cinematografico) che Oppenheimer lo derise pubblicamente di sponda e fioretto, da collega a collega commissario della Commissione per l'Energia Atomica, durante un'udienza del 1949 davanti al Congresso (“My own rating of the importance of isotopes is that they are far less important than electronic devices, but far more important than, let us say, vitamins.”), e proprio la melmosa onda lunga del maccartismo - con McCarthy al tempo già proscritto dai più - consentì a Strauss di mettere in piedi quella ottusamente "furbesca" baracconata.

Interpretazioni maiuscole - talune buone e talaltre ottime, e fra di esse una manciata meritevoli di un Oscar (nel senso vagamente buono del termine) o per lo meno di una pacca sulla spalla - di Cillian Murphy (J. Robert Oppenheimer), Robert Downey Jr. (Lewis Strauss), Matt Damon (Leslie Groves), Emily Blunt (Katherine "Kitty" Puening in Oppenheimer), Florence Pugh (Jean Tatlock), David Krumholtz (Isidor Isaac Rabi), Tom Conti (Albert Einstein), Benny Safdie (Edward Teller), Casey Affleck (Boris Pash), Rami Malek (David L. Hill), Gary Oldman (Harry S. Truman), Kenneth Branagh (Niels Bohr), Josh Hatnett (Ernest Lawrence), Macon Blair (Lloyd K. Garrison), Dane DeHaan (Kenneth Nichols), Tony Goldwin (Gordon Gray), Christopher Denham (Klaus Fuchs), Guy Burnet (George Eltenton), Jefferson Hall (Haakon chevalier), James D'Arcy (Patrick Blackett: "I bombardamenti atomici non sono stati l'ultimo atto della Seconda Guerra Mondiale, ma il primo atto della Guerra Fredda con la Russia."), Jason Clarke (Roger Robb), James Remar (Henry L. Stimson: "Il bombardamento di Tokyo ha ucciso centomila persone, soprattutto civili. Mi preoccupa un'America in cui facciamo queste cose e nessuno protesta."), Scott Grimes (consulente di Strauss), David Dastmalchian (William L. Borden) e Matthew Modine (Vannevar Bush).


E poi Enrico Fermi (Danny Deferrari) - "Qualcuno vuole scommettere sul possibile incendio dell'atmosfera?" (il film s'intitola "Oppenheimer" non "i Ragazzi di Via Panisperna") -, Werner Heisenberg (Matthias Schweighöfer), Richard Feynman (Jack Quaid) - col parabrezza del pick-up al posto degli occhiali con vetro affumicato da saldatore, ma quasi senza bonghi -, Luis Alvarez (Alex Wolff), Leo Szilárd (Máté Haumann) - non è presente nel film, essendo un'osservazione fatta in un'intervista del 1960, ma questa citazione ne racchiude il senso su scala umana, apocalisse planetaria (guerre termonucleari, epidemie virali, intelligenze artificiali, surriscaldamento globale, brillamenti solari ipermassivi e un misto di questa pentalogia di fattori naturali ed antropici) a parte: "Let me say only this much to the moral issue involved: Suppose Germany had developed two bombs before we had any bombs. And suppose Germany had dropped one bomb, say, on Rochester and the other on Buffalo, and then having run out of bombs she would have lost the war. Can anyone doubt that we would then have defined the dropping of atomic bombs on cities as a war crime, and that we would have sentenced the Germans who were guilty of this crime to death at Nuremberg and hanged them?" -, George Kistiakowsky (Trond Fausa), Hans Bethe (Gustaf Skarsgård), Kurt Gödel (James Urbaniak) - che sarebbe ("dopo" Nikola Tesla e come Alan Turing e Ludwig Wittgenstein) un ottimo ipotetico prossimo progetto nolaniano -, Lyndon B. Johnson (Hap Lawrence), e, fuori campo, Hiroito (che, da nascente a calante, visse quasi più di tutti: tra i personaggi protagonisti, i co-protag. e i ruoli/caratteri secondari del film l'unico oggi in vita è Peter, il figlio maggiore di Oppenheimer), JFK, Hiroshima e Nagasaki.

 

(Pablo Picasso - "Femme Assise aux Bras Croisés" - 1931 - olio su tela, 81x60)

 

Avete fatto voi questo orrore, Dottore?


E=mc² (Near Zero).

* * * * (¼) - 8.25   

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Ultimi commenti

  1. mck
    di mck

    Questa la traduzione della frase (che ho citata nel testo, ma che non è presente nel film d Nolan) pronunciata da Leó Szilárd nel 1960 in un'intervista a U.S. News and World Report: "Lasciami dire solo questo sulla questione morale coinvolta: Supponiamo che la Germania avesse costruito per prima due bombe e noi neanche una. E supponiamo che la Germania ne avesse sganciate una, diciamo, su Rochester e l'altra su Buffalo, ma poi avendo finito le bombe avesse perso la guerra. Qualcuno potrebbe mettere in dubbio che noi allora avremmo definito crimine di guerra sganciare bombe atomiche sulle città, e che a Norimberga avremmo condannato a morte i tedeschi colpevoli di tale crimine, impiccandoli?"

    1. mck
      di mck

      Addendum. (Idioti in Marcia.)
      In pratica Lewis Strauss nei confronti di J(ulius) Robert "Oppie" Oppenheimer ricopre il ruolo che hanno avuto alcuni carabinieri dei NAS, alcuni magistrati della Procura di Roma e alcuni giornalisti de l'Espresso nei confronti di Ilaria Capua: invece che virus qui si esportano isotopi: così come i primi non servivano a creare epidemie - https://www.ilpost.it/2016/07/06/ilaria-capua-prosciolta/ - i secondi non serviranno a costruire armamenti nucleari.

    2. mck
      di mck

      Anzi, bensì a sviluppare la medicina nucleare.

    3. mck
      di mck

      Atti dal processo "Inquisizione Spagnola vs il Piccolo @Dalton": https://archive.is/uqiA9

  2. Brady
    di Brady

    Ciao. Opinione personale.... Il Giappone, come viene confermato anche nel film, era praticamente già sconfitto. Inoltre non si mette in ginocchio militarmente un Paese distruggendo due città abitate per lo più da civili. Si potevano fare anche più ordigni di dimensione più piccola con circa i medesimi effetti e partire prima con una dimostrazione con o senza obiettivi militari anche se 'piccoli' in confronto alla portata della bomba. Il Giappone non sarebbe mai stato in grado di sconfiggere gli alleati, dopo, peraltro, l'uscita di scena della Germania avvenuta almeno 4 mesi prima. Partire da subito con un omicidio premeditato di centinaia di migliaia di persone è una cosa che io non sarei mai stato in grado di concepire. E resta solo da pregare di non finire anche noi in mezzo a qualche altra iniziativa 'dimostrativa' simile. Ma come dico resta un parere personale. A presto.

    1. mck
      di mck

      Il fatto è che lo si mette metaforicamente in ginocchio (già traballante com'era) eccome. La distruzione - o meglio: l'eradicazione - di Berlino (che sta ad Hiroshma come Dresda sta a Nagasaki) servirono anche per far compiere a una pallottola la traiettoria che dalla bocca di una Walther PPK la portò a sfondare la tempia destra di una testolina piena di merda. Hiroito si sarebbe convinto a dismettere la propria essenza divina grazie alla dimostrazione di una decina di chilotoni su un obbiettivo militare minore o maggiore vaporizzato? Probabilmente, dopo qualche settimana e altre 2 o 3 prove similari, sì. Però la Storia non si fa con i "se".

      E l'opinione pubblica giapponese del tempo o era "inesistente" o era molto facilmente piegabile da qualche foglio di giornale. Insomma, con tutti i distinguo del caso: ecco a voi l'Italia. Voglio dire: abbiamo mosso guerra alla Russia partecipando all'operazione Barbarossa con buona parte dei partecipanti ben convinti di ciò che stavano facendo sicuri che quegli scarponi di cartone sarebbero durati il tempo necessario. Punto.

      E Little Boy (una bomba all'uranio di prova: lo sgancio su Hiroshima fu un secondo vero e proprio test dopo quello al plutonio di Trinity) e Fat Man (al plutonio, simile al The Gadget - l'aggeggio - di Trinity, ma su Nagasaki) quelle erano, nel senso che al momento non ce n'erano altre: ci sarebbe stato tutto il tempo per produrne di più piccole... e di più grosse. Ripeto: settimane...

      Se ne discute da 78 anni. E più o meno, come si capisce bene da quel che ho scritto, specie citando Szilard, la pensiamo alla stessa maniera. Per salvare migliaia se non, nell'ipotesi peggiore, cioè migliore, decine di migliaia di soldati statunitensi & C. volontari e precettati (e pure qui, la storia non si fa con i "se", però una motivazione logica al fare più in fretta possibile, nonostante il tracollo tedesco, persisteva) s'è deciso di uccidere prima ca. 125.000 civili ad Hiroshima e poi, "soprattutto", 70.000 ca. a Nagasaki.
      Ripeto il paragone con la Germania: Berlino, più volte dal 1944, e Dresda, alla fine della guerra, nella primavera del 1945, con 25.000 morti e la città, come ricorda Vonnegut uscito dal Mattatoio n. 5, resa uguale alla superficie della Luna.

      Sulle considerazioni finali, idem.
      La bomba è già caduta chi la fermerà, sian furbi o sian cretini li fulminerà.
      - https://nuclearsecrecy.com/nukemap/
      - https://outrider.org/nuclear-weapons/interactive/bomb-blast
      Un saluto e a presto.

  3. mck
    di mck

    Fra le tante, due belle pagine, entry-level, ma ben fatte, una su Oppenheimer-persona e l'altra su Oppenheimer-film:
    - https://www.doppiozero.com/oppenheimer-luomo-che-era-un-enigma
    - https://www.doppiozero.com/oppenheimer-cio-che-sfugge-allo-sguardo (su "Tenet" quale "esperimento estremo" ci andrei cauto, ma va beh).

    1. mck
      di mck

      Non tanto per "pubblicità" a me stesso, ma per invogliare alla lettura del libro in questione, posto qui il link - https://www.filmtv.it/playlist/721247/libri-animati--69-the-oppenheimer-alternative-di-robert-j-sawyer/ - alla pagina che ho dedicata a "the Oppenheimer Alternative", un buon romanzo di Richard Sawyer: l'ho pubblicata nella settimana di ferragosto e "giustamente" non l'ha cacata di striscio quasi niuno.

      Si tratta di un valido artigianato di ucronica fantascienza semi-hard ("dura", cioè tecnologica, ma pure seria e realistica) e speculativa (a livello... stellare), ma accessibile ai più dotati di un infarinamento di fisica di base e non solo (saper disegnare un atomo, distinguere il Giappone dalla Hawaii sul mappamondo, mettere in ordine cronologico le Guerre Puniche, la Rivoluzione Francese e la Seconda Guerra Mondiale, cose così insomma).

      Ed è dedicato a chi non voglia affrontare le 700 e passa pagine (più bibliografia e note) dell'American Prometheus di Bird & Sherwin (Garzanti) o "non se la senta" di affrontare (ma mal gliene incolga!) lo stesso Oppenheimer in persona con "Quando il Futuro sarà Storia - Otto Lezioni dopo Hiroshima (1947-1954)" uscito di rescente per i tipi di UTET. In alternativa, ci si può buttare sul teatro con “Manhattan Project” di Stefano Massini (Einaudi).

    2. mck
      di mck

      Ma parliamo un po' della nostra beneamata rivista-di-carta.
      Dell'ottimo speciale critico su Oppenheimer del n. 36/2023...
      - https://filmtv.press/opinionisti/316022
      - https://filmtv.press/servizio/316040
      - https://filmtv.press/servizio/316021
      ...di FilmTV (Sangiorgio, Feole, Nazzaro, Sozzo, Bianchi) mi voglio soffermare su questa frase di Bianchi: "Il Trinity Test - è questa, di fatto, la tesi sconcertante del film - ha effettivamente iniziato una reazione a catena che avrà prodotto (fondamentale l’uso del futuro anteriore) una distruzione dell’atmosfera terrestre. Semplicemente quella reazione a catena non si è ancora conclusa."
      È lo stesso espediente/dispositivo che ho utilizzato nell'Intermezzo: "Un anno e mezzo prima Jean Tatlock dirà addio al futuro."
      Peccato che quell'articolo si concluda con un errore: il "bottone rosso" non serve a far detonare la bomba, che è innescata da un conto alla rovescia automatico, ma bensì a fermare quel conto alla rovescia in caso sorgessero dei problemi.

    3. mck
      di mck

      P.S.
      - Malavasi/Cucchetti: https://filmtv.press/servizio/314691
      - Gervasini: https://filmtv.press/cinerama/314949
      Ribadisco come segnalato altrove che il forman-shafferiano e niente affatto storiografico paragone messo in atto da Gervasini e immagino anche da altri e sottoscritto da Sangiorgio, ovvero "Mozart : Oppenheimer = Salieri : Strauss", è del tutto improprio non solo dal PdV storico, su cui si può soprassedere, ma proprio da quello sostanziale: lasciando perdere la rivalità finzionale, che si può comprendere contestualizzandola nell'atto creativo di drammaturgo prima e cinesta poi, il punto è che Salieri aveva un talento eccezionale per la composizione, mentre Strauss era fondamentalmente una brava persona che ha commesso un paio di errori grossolani, o meglio dichiarazioni mendaci e azioni infami.

    4. mck
      di mck

      Ottimo articolo entry level, più level che entry: https://www.lescienze.it/news/2023/09/08/news/oppenheimer_storia_nascita_fisica_nucleare-13301985/

    5. mck
      di mck

      E un'ottima recensione, di Luca Bandirali: https://www.fatamorganaweb.it/oppenheimer-christopher-nolan/

    6. mck
      di mck

      Cringe alla massima potenza, ma va bene lo stesso...
      https://youtu.be/9dUMpU6Kgcw

  4. mck
    di mck

    Invece, a proposito di John von Neumann... Finalmente.
    https://www.adelphi.it/libro/9788845938320

    1. mck
      di mck

      Mathilda & Padmé Amidala (copia gratuita già consumata, fortunella) approves: https://www.instagram.com/p/Cx5r-sUxHIt/

    2. mck
      di mck

      Quando il cancro si estese al cervello e cominciò a distruggergli la mente, fu preso in custodia dai militari statunitensi e rinchiuso al Walter Reed Army Medical Center. Due guardie armate stazionavano davanti alla porta della sua camera, e a nessuno era consentito vederlo senza un apposito permesso del Pentagono. Un colonnello dell'aeronautica e otto avieri tenuti alla massima riservatezza erano stati incaricati di assisterlo a tempo pieno, anche se c'erano giorni in cui non riusciva a fare altro che dare in escandescenze come un pazzo. Era un matematico ebreo cinquantatreenne emigrato negli Stati Uniti dall'Ungheria nel 1937, eppure al suo capezzale sedevano il contrammiraglio Lewis Strauss, presidente della Commissione per l'energia atomica, il segretario della Difesa, il vicesegretario della Difesa, i segretari dell'Aeronautica, dell'Esercito e della Marina e il capo di Stato Maggiore delle forze armate, e tutti pendevano dalle sue labbra, tutti erano in attesa di un'ultima scintilla, di un'ulteriore idea dall'individuo che aveva partorito il moderno computer, formulato le basi matematiche della meccanica quantistica, scritto le equazioni per l'implosione della bomba atomica, concepito la teoria dei giochi e del comportamento economico, preconizzato l'avvento della vita digitale, delle macchine autoreplicanti, dell'intelligenza artificiale e della singolarità tecnologica e promesso loro un controllo divino sul clima terrestre, e che ora deperiva davanti ai loro occhi, gridava in preda ad atroci sofferenze, era perso nei suoi deliri e stava morendo, come qualunque altro uomo.

      Si chiamava Neumann János Lajos.

      Anche noto come Johnny von Neumann.


      [Benjamín Labatut - "the MANIAC" - 2023]

    3. mck
      di mck

      ...and Love the Bomb.
      https://www.youtube.com/watch?v=c4hsomhyRp0
      Preciso.

    4. mck
      di mck

      Film teorici, ce ne sono ancora. Oppenheimer, di Christopher Nolan, è tra questi, tanto che l’autore intende subito porci sull’avviso. Il film si compone infatti del montaggio parallelo di due macrosequenze, una a colori e l’altra in bianco e nero. All’inizio di quella a colori, compare la scritta Fissione, e all’inizio di quella in bianco e nero, appare la scritta Fusione. La prima racconta il Manhattan Project, la costruzione dell’atomica da sganciare sul Giappone, la seconda il processo a Oppenheimer per spionaggio e l’intenzione di procedere con la sperimentazione della bomba all’idrogeno. Come spiega anche un personaggio nel film, per far detonare la potentissima bomba all’idrogeno è necessario un piccolo innesco nucleare. Per produrre la fusione, così, ci vuole la fissione. La forma filmica riproduce il dato scientifico. La macrosequenza a colori, il racconto della fissione nucleare, innesca la macrosequenza in bianco e nero, la fusione all’idrogeno, e il relativo processo-bomba contro Oppenheimer. Il nucleo teorico cinematografico della forma filmica è così reso esplicito. Il film fornisce le istruzioni per l’uso. Bisogna leggerle e applicarle. Cinema e film sono la stessa cosa.

      Se si rapporta il tutto all'essere umano Oppenheimer, sì: le proporzioni fra the Gadget del Trinity Test (senza considerare, però, le conseguenza: Little Boy su Hiroshima e Fat Man su Nagasaki) e le bombe termonucleari all'idrogeno (per fare le seconde occorrono - fisicamente - le prime), ok, ma se si sposta il discorso alla Storia, beh: 200.000 morti contro un processo basato s'una lite temeraria...

      Poi, l'articolo parla (anche) d'altro: https://www.doppiozero.com/segnocinema-la-fine-di-una-rivista-e-il-silenzio-della-critica

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