Regia di Christopher Nolan vedi scheda film
Il film ambientato nel 1926 cerca di affrontare uno dei periodi più cruciali della storia moderna, narrando le gesta di J. Robert Oppenheimer, un genio della fisica destinato a diventare uno dei protagonisti del Progetto Manhattan. Tuttavia, quello che doveva essere un ritratto intenso ed emozionante di un uomo complesso e di un'epoca carica di tensioni morali si trasforma in una pietosa e modaiola caricatura.
Dal primo fotogramma fino all'ultimo, ci troviamo catapultati in una serie di cliché stantii e superficiali, mentre la trama avanza isterica e nervosa senza mai approfondire la complessità dei personaggi o gli eventi storici cruciali. I dialoghi sono banali e privi di qualsiasi profondità, lasciando spazio solo a vuoti discorsi accademici che non riescono a coinvolgere lo spettatore.
La presenza di Oppenheimer a Cambridge, il suo incontro con Niels Bohr e la collaborazione con Werner Heisenberg sembrano essere solo pretesti per rendere il protagonista un'icona da ritrarre superficialmente, tralasciando ogni aspetto significativo della sua personalità e dei suoi conflitti interiori. Il regista sembra più interessato a sfruttare la figura storica di Oppenheimer come un semplice strumento narrativo per attrarre il pubblico, piuttosto che ad esplorare la sua psicologia e il suo impatto sul mondo.
Le scenografie e i costumi, sebbene siano fedeli all'epoca, risultano noiosi e poco curati, mancando di qualsiasi fascino estetico. Gli ambienti sembrano privi di vita e l'autenticità dell'epoca viene persa in un mare di dettagli insignificanti. Il tutto contribuisce a rendere l'esperienza visiva piatta e priva di coinvolgimento.
Ma il maggior peccato di questo film è la sua incapacità di affrontare gli aspetti etici cruciali della storia di Oppenheimer. La sua scelta di partecipare al Progetto Manhattan, la sua lotta interiore tra il desiderio di progresso scientifico e la consapevolezza degli orrori della bomba atomica, e la sua connessione con gli scienziati nazisti vengono solo accennati, ma mai esplorati in modo significativo.
A confronto, la serie televisiva "Manhattan" è una meraviglia. La serie riesce a immergerci completamente nella mente dei protagonisti, affrontando con coraggio e sensibilità gli aspetti etici della ricerca nucleare durante la Seconda Guerra Mondiale. Le scelte morali dei personaggi vengono analizzate con profondità e il pubblico è coinvolto emotivamente in ogni episodio.
Non sorprende che la serie "Manhattan", purtroppo, non sia riuscita a trovare un pubblico attento e pronto a coglierne le eccellenti qualità. Riguardo al film, la mancanza di profondità nella narrazione e l'eccessivo interesse per l'aspetto superficiale hanno portato a un'esperienza cinematografica priva di valore e di coinvolgimento emotivo.
In conclusione, "Oppenheimer" è un'occasione sprecata per raccontare una delle figure più importanti del XX secolo. Il film si perde in banalità e manca completamente di spessore storico ed etico. Per chiunque sia interessato a conoscere davvero J. Robert Oppenheimer e il contesto in cui ha vissuto, consiglio vivamente di evitare questa deludente produzione e di godersi invece la serie "Manhattan", che riesce a catturare perfettamente l'essenza di un periodo straordinario della storia umana.
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