La recensione su Monkey Man

India. Kid, uscito di prigione, si guadagna da vivere con combattimenti clandestini truccati. E' soprannominato "Monkey Man", poichè lotta indossando una maschera da scimmia. Con sotterfugi e stratagemmi, riesce a farsi assumere presso il "Kings", un locale notturno-ristorante-casa d'appuntamenti all'interno del quale si dà convegno il "gotha" locale, composto da imprenditori senza scrupoli, un politico dalle idee aggressive, il corrotto e violento capo della polizia, un santone/capopopolo che sfrutta la propria autorevolezza e la rete di conoscenze a fini speculativi. Kid intende far vendetta contro costoro per la sorte patita dalla popolazione del suo villaggio d'origine e dalla madre, uccisi con crudeltà al fine di carpirne le terre. Diretto da Dev Patel, presente altresì in scena nel ruolo del protagonista Kid, "Monkey Man" è un film d'azione che racconta di come un uomo, vittima di gravi ingiustizie, riesca a vendicarsi dei loro autori, personaggi estremamente negativi, i quali, con violenza, inganno e corruzione, hanno imbastito un disegno criminale per garantire a loro stessi smodate ricchezze e potenza. Il piano di Kid richiede una preparazione meticolosa, fisica, mentale e spirituale. Trova possibilità di successo nel momento in cui essa è completa sotto questi aspetti. Il film è interessante per l'ambientazione indiana. La nazione asiatica ci è presentata come un crogiolo di etnìe, culture, religioni. Un vero e proprio caos, nel quale convivono tradizione e modernità (ne danno conto inquadrature e testi, che raccontano di poveri villaggi nella foresta pluviale e mostrano una metropoli dai luminosi grattacieli); una cricca senza scrupoli capeggiata dagli antagonisti di Kid "striscia" in questo caos cavalcandone le dinamiche e sfruttandone le tensioni politiche ed interreligiose ad esclusivo vantaggio personale. Kid ne fa giustizia muovendosi tra bassifondi popolati di personaggi non sempre amichevoli; arene di combattimento attorniate da spettatori assetati di violenza; locali eleganti nei quali è palpabile l'iniquità che divide chi ha denaro da chi non ne ha. Il personaggio interpretato da Dev Patel non è di certo un super-eroe; dall'aspetto anonimo ed incline al nervosismo, non potrebbe riuscire nella sua missione senza la collaborazione, materiale e morale, altrui. La forte determinazione lo porta ad affrontare i peggiori pericoli, a patire umiliazioni e sofferenze fisiche, pur di eliminare chi gli ha portato via per sempre la possibilità di una vita serena. Il racconto procede su ritmi fortemente irregolari; ad una prima fase molto vivace, la quale si conclude con una lunghissima sequenza di combattimento, ne segue una statica, dedicata allo sviluppo spirituale del protagonista. Nell'ultima parte del racconto, i ritmi salgono nuovamente. Ancora azione, accompagnata da violenza e sangue, elemento presente in gran quantità, dall'inizio alla fine. In linea con l'ambientazione, la narrazione appare caotica; dopo un inizio incerto, la trama diventa via via più definita. Diversi flashback mostrano l'evento violento che motiva il protagonista. Il film cita ed ha punti in comuni con gli episodi della serie "John Wick". I combattimenti sono molto coreografici, la fotografia è scura ma ricca di colori caldi e non manca una certa ironia di fondo. Dev Patel fa il suo esordio alla regìa con un'opera visivamente e musicalmente ben curata; tuttavia non gestisce al meglio i tempi, dividendo lunghissime - fin troppo - sequenze d'azione con una fase statica in grado di spezzare la tensione. Non porta in scena nulla che non si sia già visto, ma se piacciono i film "di vendetta" è il caso dare una possibilità a "Monkey Man" !