Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Bello questo piccolo film dell'Olmi prima maniera. E' un delicato racconto di amori adolescenziali, portato avanti con toni dimessi e minimalistici, eppure profondo e mai banale. La storia raccontata è come cento altre, e come quasi ognuno di noi ha vissuto, ma non per questo è scontata o senza contenuto. Tutto quello che accade nella vicenda narrata, poi, ha come il sapore della verità. Il regista si pone al livello dei suoi giovani, e si serve della voce dello stesso protagonista, che racconta agli spettatori i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Accanto a quello suo, il film offre due interessanti ritratti femminili: quello della dolce ma incostante e vile ragazza che tira il classico bidone, e quello della giovane della villa. Quanto alla seconda, ella in verità ricambia il sentimento che inizia a nascere nel ragazzo, forse anzi è lei la prima a provarlo, ma poi preme sul pedale del freno perché si mette a ragionarci sopra. Pensa che lui è più giovane di lei e che questo non deve essere, oppure si sforza si smontarlo ai suoi stessi occhi per non lasciare il suo fidanzato. L'interpretazione del suo comportamento e delle sue vere motivazioni è abbastanza problematica.
In generale, il film non mi sembra un dito puntato sulla mutevolezza degli amori adolescenziali (elemento secondo me secondario e accessorio), ma un'analisi del nascere e svilupparsi dell'amore nel cuore dei giovani, che cerca di cogliere le minime sfumature di questa dinamica.
Detto a margine, fa piacere sentire ogni tanto un po' di accento e dialetto milanesi, per staccare un po' dai pur belli romanesco, napoletano e siciliano.
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