Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Davvero un gioiellino. All'inizio, pareva una commediola rosa frivola, giovanile, senza pretese. Nella seconda parte invece emerge un velo di amarezza e Olmi sale in cattedra approfondendo la psicologia del protagonista e alternando le immagini "neorealistiche" a inserti sognati (anzi, immaginati) dal protagonista. E' un film che prosegue brillantemente il discorso iniziato con I Fidanzati: cinema di mezze tinte, fine, sensibile, sul tema dell'innamoramento e delle relazioni sentimentali fra giovani coppie, rappresentato con uno stile a metà fra il realismo e la nouvelle vague, Resnais in particolare, per l'attitudine a scomporre il piano narrativo e spazio-temporale seguendo il flusso dei pensieri, degli stati d'animo e dei pensieri dei personaggi. Un approccio sperimentale, spesso ignorato dalla critica che ha sempre visto Olmi come un Rossellini del quotidiano (e del Settentrione) e mai come un ricercatore di nuovi linguaggi espressivi (vedere anche Un Certo Giorno, fitto di flash-back e montato nevroticamente; La circostanza, enigmatico).
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