Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Tramite la narrazione di una vicenda semplice, raccontata con il sottofondo di una musica dolce e malinconica, il regista ci mostra un'Italia rurale dell'immediato dopoguerra, in bilico tra antichi stili di vita e la modernità pronta ad irrompere, spezzando equilibri millenari. Un reduce torna al proprio paese e trova molte cose cambiare ... il padre si è risposato, il fratello, con altri giovani, prossimo ad emigrare, la fidanzata che lo ha atteso ma al tempo stesso preme affinchè si mettano da parte le risorse per il matrimonio e la futura vita familiare, ed il lavoro che manca. Falliti altri tentativi, il giovane si associa con un anziano del posto che vaga per le sue montagne alla ricerca di materiale bellico del primo conflitto mondiale. E' un mestiere pericoloso, che rende il protagonista quasi un emarginato . Grazie, però, all'esperienza e alla conoscenza del territorio proprie dell'anziano - vera e propria fonte di saggezza "popolare", l'ex-alpino potrà avere di che sostenersi fino a trovare un altro impiego, "regolare", ma anche "regolato" - e di ciò verrà rimproverato nella parte conclusiva del film dall'anziano recuperante. La rappresentazione della società fatta dal film è strettamente aderente alla realtà - i miei avi sono cresciuti in ambienti simili di un'altra regione, e mi hanno raccontato di un dopoguerra in cui si doveva scegliere tra un'agricoltura di pura sussistenza e l'emigrazione, finchè sono arrivati varie occasioni lavorative che hanno consentito una rapida emancipazione della gran parte dei cittadini locali, tra ferrovie, uffici postali ed altri impieghi allora pubblici, costruzione di strade, etc. - e ciò conferisce all'opera valenza di documento storico.
Tra gli attori, troneggia Antonio Lunardi, con la sua interpretazione del Du: il suo intercalare, le sue metafore, espressioni colorite, delineano una persona di forte esperienza, fiducioso nella tradizione, ma non chiuso alla modernità in quanto abituato ai continui cambiamenti: la Storia che oggi studiamo sui libri era la singola piccola storia personale di ogni uomo dell'epoca: ipotizzando che il personaggio abbia 65 anni nel 1945, avrà vissuto il periodo dell'Italia post-unitaria, il primo conflitto mondiale, avvento e caduta del fascismo, la Resistenza e chissà cos'altro. Un'ultima nota sul mestiere dei recuperanti: è evidente che oggi a causa della crisi, questo mestiere è tornato in voga. Un tempo appannaggio di nomadi, almeno nelle grandi città, oggi vediamo che la ricerca di qualcosa di utile nei cassonetti, accomuna tutti - mentre nei paesi passano persone che domandano se hai metallo di cui disfarti - italiani, stranieri, zingari, etc.; poi si va a vendere nei mercatini, autorizzati e non, o si porta il materiale dove viene pesato e avviato al processo di riciclo.
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