Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Con semplici schizzi,realizzati dalla mano eccelsa del regista talentuoso,escono fuori ritratti che incantano e deliziano senza che il tempo possa in alcuno modo deteriorarne la magia ed il valore.
Acerbi i primi ma già in possesso del tocco di gran classe che solo il grande artista sa dare.
I primi segni inequivocabili del suo stile peculiare, Ermanno Olmi,non tardò ad esprimerli e lo fece già con la sua prima opera, quella battezzata con il titolo ''il tempo si è fermato''.
In quella occasione ebbe le capacità per delineare al meglio un rapporto che vede come protagonisti un uomo che, con il suo lavoro, ha ormai dimestichezza ed un giovane che lo rincorre tramite lo sguardo per carpirne i segreti che, una volta appresi, gli permetteranno di poterlo eguagliare nel saper svolgere con profitto le sue stesse mansioni.
Bella l'intesa che si viene a creare tra i due, generazioni differenti a confronto dalla cui unione può nascere sempre qualcosa di bello e di sincero che non sfugge all'attenzione di chi sa coglierne l'essenza riuscendo poi a renderla viva e tangibile per mezzo dei dialoghi e delle immagini.
Insomma sono le prime avvisaglie di un talento puro e cristallino che è in procinto di esplodere del tutto e che raggiungerà il suo massimo splendore qualche anno più avanti, precisamente nel periodo in cui venne sfruttato con lo scopo ben preciso di dare origine al film ''il posto''. La mira viene affinata grazie alle esperienze maturate in precedenza, la tattica per fare centro rimane invariata ed il risultato non può che farsi apprezzare ancora di più.
Ne esce fuori un ottimo lavoro con cui diventa estremamente agevole capire come si lavorava in quel periodo nelle aziende, tra vecchi e nuovi dipendenti accomunati dalla voglia di darsi battaglia per ricoprire incarichi di maggiore prestigio e l'amore sempre pronto a sbocciare coinvolgendo ragazzi e ragazze alla loro prima esperienza lavorativa in azienda.
Il tutto raccontato con una naturalezza disarmante che sa essere edificante e capace di toccare il cuore con elasticità e destrezza.
L'ispirazione non manca e dopo aver fatto il botto con quel film ci riprova con un altro(''i recuperanti'') ed il successo fu nuovamente dalla sua parte.
Troviamo ancora una volta un Ermanno Olmi impegnato nel mettere in campo le sue doti per rappresentare al meglio un legame tra un giovane adulto ed un anziano, dove quest'ultimo fa sempre la parte della persona esperta che non indietreggia di fronte alla possibilità di dargli utili nozioni da apprendere per districarsi con disinvoltura nel lavoro che entrambi sono costretti a svolgere per guadagnarsi da vivere.
La miseria è tanta e, per cercare di renderla meno asfissiante e poderosa, si è disposti addirittura ad esplorare con minuzia il terreno per reperire le armi di cui si sono serviti in guerra i soldati, il compito consiste nel farle esplodere in modo tale da poterci ricavare quei metalli che si riescono a vendere a buon mercato. Ma la guerra è una brutta bestia che lascia tracce del suo passaggio identificabili in un'arma o nel corpo di un soldato deceduto in battaglia.
Come ci rimarranno male quando all'interno di una galleria ne troveranno molteplici ormai senza vita, una scoperta triste ed amara che sconvolgerà il giovane apprendista, talmente tanto da indurlo a rinunciare al lavoro di recuperante.
Ci si interroga sul perché mandare al macello tante persone per arrivare ad una pace a cui si sarebbe potuti pervenire con soluzioni meno drastiche e spietate ed inoltre si è interessati a mettere in evidenza come i due protagonisti reagiscono in maniera diversa di fronte a quelle scene raccapriccianti, ma in fondo i due si erano imparati a volere bene ed il film, a piccoli passi, ci fa capire in che modo.
Profondo e significativo ''i recuperanti'' di Olmi, costruito alla sua solita maniera: con semplicità e garbo. È possibile scovarlo all'interno della sua filmografia insieme a tanti altri gioiellini, tra cui spicca anche ''l'albero degli zoccoli'': più documentaristico rispetto agli altri menzionati ma sicuramente fatto bene.
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