Regia di Ermanno Olmi vedi scheda film
Bellissimo film, uno dei capolavori dell'immenso Olmi. Il regista bergamasco applica qui il suo stile sobrio e spontaneo (di ascendenza rosselliniana) ad una riflessione dolente e laconica sulle atrocita' della guerra, sulle sue conseguenze materiali e morali, su quel meccanismo perverso che costringe la gente umile a basare le sue fortune sulle disgrazie collettive (i recuperanti si arricchiscono grazie ai residuati di atroci eccidi delle guerre precedenti). Ma e' anche un film sul rapporto tra Uomo e Natura (con evidenti rimandi allo Huston di "Il tesoro della Sierra Madre"), sulla profanazione della stessa Natura, e sul confronto tra due personaggi completamente diversi tra di loro: il giovane "familista" e l'attempato "spirito libero". Non c'e' traccia di retorica o di moralismo. E' un film che si commenta da se': la guerra appartiene solo apparentemente al passato; in realta', e' la vera protagonista del film. Si puo' dire che i due protagonisti portino la guerra dentro di loro.
Immenso!!! Degno del Walter Huston della Sierra Madre
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