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Nella bolla

Regia di Judd Apatow vedi scheda film

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La recensione su Nella bolla

di YellowBastard
4 stelle

Dopo la parentesi introspettiva de Il Re di Staten Island il regista, sceneggiatore e produttore Judd Apatow torna alla satira graffiante e scorretta con Nella bolla (in originale semplicemente The Bubble), suo ultimo lavoro che ha esordito in esclusiva sulla piattaforma Netflix USA esattamente (non a caso?) il 1 Aprile 2022.

 

Judd Apatow's 'The Bubble' Trailer: Everything Goes Wrong in Star-Studded  COVID Comedy

 

Come si può già intuire già dal titolo con “bolla” si intende lo stratagemma escogitato dalle produzioni cinematografiche (e del settore dell’audiovisivo) per poter riprendere il lavoro in totale (!?) sicurezza nonostante la pandemia di Covid-17 per un “istant-movie” (!?) che prende ispirazione direttamente dal set di Jurassic World: Dominion (non a caso l’immaginaria pellicola protagonista del film é il “sesto” capitolo di un’improbabile saga sui dinosauri dalla morale ecologista chiamata Bestie della rupe), la prima grande produzione a riprendere i lavori, in piena pandemia, ai Pinewood Studios di Londra (l’altra grande saga presa di mira nel film é la M:I di Tom Cruise) seguendo regole rigidissime per evitare i contagi come il distanziamento, il controllo delle temperature e continui tamponi per attori e tecnici, la quarantena (a tempo) per i positivi e le zone del set divise secondo colori diversi per organizzare la troupe e, quindi, il lavoro, tutti espedienti ripresi (e ridicolizzati) nella pellicola di Apatow.

 

Ma lasciando da parte le eventuali riserva sull’ironizzare su qualcosa di tragico come una pandemia globale (tutt’ora in corso) in realtà la “bolla” del titolo si riferisce anche (o soprattutto?) a quella del Cinema e la sua alienazione rispetto al mondo “esterno” (ovvero il mondo reale) in una satira alla I Protagonisti che intende mettere a nudo i vizi, le dinamiche e i capricci delle star hollywoodiane sempre all’insegna di una ironia costantemente sopra le righe .

 

Nella Bolla | La recensione del film Netflix di Judd Apatow

 

Ma questa volta Apatow sembra aver fatto male i compiti realizzando una pellicola il cui esito (strettamente cinematografico) lascia piuttosto a desiderare in un groviglio di scarsa originalità ma anche poco divertimento, tra battute scontate e una comicità smorzata dalle dimensioni di un progetto decisamente inusuale per un regista (forse) abituato a lavori molto più intimi e/o personali.

E come se si notasse un certo disagio di un cineasta che, nonostante sia supportato dai forti finanziamenti (e dalla non interferenza) di Netflix, non riesca a piegare alla propria poetica gli enormi mezzi messi a sua disposizione.

 

Tra battute e situazioni di ogni genere si passa continuamente da un bersaglio all’altro senza che nessuno venga mai veramente colpito, a partire proprio dai protagonisti al centro della scena, star di Hollywood spesso infantili, sciocche ed egocentriche, anche piuttosto odiose ma che raramente riescono a essere anche divertenti, forse anche per un (numerosissimo) cast - tra i cui Karen Gillan, Pedro Pascal, David Duchovny, Leslie Mann (moglie del regista), Iris Apatow (figlia del regista e, per quanto si possa pensare a un episodio di nepotismo, personaggio e interpretazione probabilmente tra le migliori del film) Keegan-Michael Key, Fred Armisen, Peter Serafinowicz, Maria Bakalova, Harry Trevaldwyn e Guz Khan oltre a numerosi cameo (di Daisy Ryder, Kate McKinnon, Benedict Cumberbatch, Beck, John Cena, James McAvoy, John Lightgow), ormai troppo “accomodato” in quel di Hollywood per essere davvero incisivo e/o caustico a riguardo.  

 

Nella bolla: ecco il (vero) trailer del nuovo film comico di Judd Apatow in  arrivo su Netflix

 

“Abbiamo almeno provato a fare un film, non possiamo essere giudicati per questo. Abbiamo fatto qualcosa che é una distrazione in questi tempi così difficili” viene detto a un certo punto nel film.

Sembra quasi mettere un po' le mani avanti da parte del regista rispetto ad eventuali critiche (come se già dalla lavorazione avvertisse che qualcosa non funzionava) ma sembra comunque troppo poco come eventuale giustificazione per un tentativo di satireggiare che non raggiunge affatto il suo scopo.

 

“Pensavo di essere speciale e invece ero soltanto banale”.

Anche questo viene detto da uno dei protagonisti ma almeno questo purtroppo risulta già più coerente e corretto con quanto visto nella pellicola.

 

VOTO: 4,5

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