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Nella bolla

Regia di Judd Apatow vedi scheda film

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La recensione su Nella bolla

di mck
5 stelle

Nella Boccia.

 

Il 7° film scritto (con la Pam Brady dei primi "South Park") e diretto da Judd Apatow è il suo 1° film cui assisto per intero (pochi scorci degli altri m’erano stati sufficienti per rimandare ad libitum l’esperienza, "the King of Staten Island" compreso). L’Apatow regista e sceneggiatore non è la mia tazza di tè, ma come produttore d’altri autori ogni tanto centra il bersaglio: “SuperBad” di Greg Mottola, “PineApple Express” di David Gordon Green, “Year One” di Harold Ramis e “Girls” di Lena Dunham.

- How does he fly? He has no feathers!
- Well, somebody taught him how to fly!

Però 2 ore no. Per un film che praticamente è tanto la versione di una produzione della Asylum ad alto budget (quelli di Burbank col portafoglio della Apatow Productions & Netflix ne cavavano fuori una cinquantina di “Cliff Beasts” e “the Bubble”) sotto forma della messa in scena della lavorazione di un blockbuster della Asylum quanto quella rivoltata e (ulteriormente, ma non… abbastanza!) scema (o forse più "seria"?) di “Don’t Look Up”, no: “So Bad It’s So Good”, e per due ore, no.

 

Parafrasando...
- Come fa a dirigere? Non ha uno sguardo!
- Beh, qualcuno gli avrà insegnato come fare!

Da “Cliff Beasts 6” a “gli Occhi del Cuore 2” il passo è breve, basta un salto nel vuoto.


Le prestazioni del cast - specialmente di quello principale, ma in parte anche di quello secondario - sono altalenanti: gli attori si sono immedesimati talmente nelle loro parti da recitare malino anche quando interpretano i loro personaggi nella vita reale fuori dal set: sicuramente da David Duchovny (che però sul finale coi baffi si riscatta) e forse da Karen Gillan (giusto perché il suo è il ruolo che più può assurgere a quello di PdV “narrante”) ci si dovrebbe aspettare di più, mentre un po’ meglio va con Pedro Pascal, Leslie Mann, Fred Armisen, Keegan-Michael Key e Kate McKinnon.

 

Karen Gillan

Nella bolla (2022): Karen Gillan


I migliori sono:
- tra le righe: Maria Bakalova (molto brava),
- sopra le righe: Iris Apatow (figlia del regista e di Leslie Mann), Galen Hopper (figlia di Dennis) ed Harry Trevaldwyn (al limite del caricaturale),
- e sotto le righe (ma non per questo i loro caratteri sono naturalistici o razionali): Peter Serafinowicz, Guz Khan e Vir Das.


Camei di Beck, James McAvoy, John Litgow, John Cena e Benedict Cumberbatch (in drug-deepfake). Oltre a quello, imprescindibile a prescindere, di Daisy Ridley (da ricordare la "sua" lezione - dell' A.I. in modalità Jane Fonda - di fitness quale la scena migliore del film assieme a quella della scalata "influenzata" in green screen).

Fotografia di Ben Smithard. Girato dal febbraio all’aprile del 2021, in realtà il tempo diegetico interno scorre, dall’albergo-bolla al set blindato, per ben 6 mesi senza che il paesaggio esterno (il fogliame degli alberi, ad esempio) muti sensibilmente.


Montaggio di Dan Schalk & James Thomas e musiche di Michael Andrews & Andrew Bird (al riguardo nulla da segnalare, perciò niente di buono).


Poi casomai qualcuno saprà spiegarmi perché se Adam McKay e David Sirota per la “Just Look Up” di “Don’t Look Up” chiamano Ariana Grande e Kid Kudi per interpretare (oltre che scrivere e musicare la suddetta canzone) una versione fessa di loro stessi e Judd Apatow e Pam Brady scomodano (a parte la “You Know I’m No Good” di Amy Winehouse, la “the Barrell” di Aldous Harding e l’ottima versione che Miley Cyrus ha recentemente licenziato della “Heart of Glass” dei Blondie) Adam Levine dei Maroon 5 (la versione U.S.A. dei Modà, così come Charles Manson lo è dei Ludwig o di Mattia Santori) per interpretare la “Wings of Stone” co-firmata dal regista stesso, commettendo un crimine contro l’umanità ben peggiore o pari solo, a seconda dei gusti, a quello che si sarebbe venuto a creare interpellando Chris Martin dei ColdPlay, invece Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo e Lorenzo Miele hanno saputo chiedere la collaborazione di Elio e le Storie Tese per la sigla di “gli Occhi del Cuore”? Cos’è, Frank Zappa è forse morto? Ah sì? Ah.

"It felt like America, but in England."

Nella Boccia: dopo questa “esperienza” [collateralmente: me ne sfuggirà "qualcuno", ma più o meno ad oggi i film "di finzione mainstream occidentale" trattanti direttamente l'epidemia influenzale CoViD-19 causata dal SARS-CoV-2 sono una manciata: "Sesso Sfortunato o Follie Porno" di Radu Jude, "Help" di Marc Munden e Jack Thorne, "Kimi" di Steven Soderberg ("Contagion") e David Koepp e la 24ª stag. del già citato "South Park" di Trey Parker] è necessario assumere una mezz’ora di un episodio a caso pescato nella Bowl di “Boris” (che nell'imminente 4ª stag. non potrà non incrociare la pandemia) per riuscire a digerire ed espellere le scorie della Bubble apatowiana.

**¾/*** - 5.75 

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