Regia di Pino Ammendola vedi scheda film
Costruire una commedia di cassetta eretta su stereotipi, senza apparire scontati, non è facile, specie se non si ha a disposizione una sceneggiatura compatta. In “Stregati dalla Luna” manca un racconto stabile che riesca a concatenare la vicenda in maniera convincente, perciò tutto si riduce al solito amalgama di sketch estemporanei. Il canovaccio che lega le imprese rocambolesche dei ristoratori vicini alla bancarotta Dario (Pino Ammendola) e Carlo (Maurizio Casagrande) con le iatture dell'amico carabiniere Giuliano (Nicola Pistoia) soffre di una ridondanza eccessiva di battute fiacche (e che si ripetono!), certe volte permeate anche da trivialità gratuite un po’ fuori luogo. Ad esempio, la comatosa, baccagliante, concitazione di Pistoia legata al consueto episodio del tradimento di Miria (Maria Grazia Cucinotta), diventa presto sfiancante. Ammendola e Casagrande dimostrano una pregevole verve teatrale, ma le boutade mandate a segno, in questo caso, sono parecchio rade. L'entrata di Megan Gale ("Viviana"?!), poi, è completamente decontestualizzata e inverosimile; uno sciancato risvolto terminale (affastellato in funzione di unica attrattiva per esporre le grazie della modella) in cui viene ovviamente doppiata (tipo comparse straniere da cinepanettone). La Cucinotta, comunque, palesa almeno una maturità attoriale percepibile rispetto alle sue parti precedenti. Curioso il quadro di una Napoli che sembra quasi deserta.
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