Juliette fa l'attrice, sente gridare una bambina nell'appartamento vicino al suo, non raccoglie l'invocazione d'aiuto e tempo dopo scopre che la piccola è morta, forse massacrata di botte dal padre. La vita continua. Jean è il fratello del compagno di Juliette; un giovane inquieto che vive solo con il padre silente. Un giorno scappa e scompare nel nulla. La vita continua. Jean aveva gettato con stizza della carta addosso a una donna rumena che chiedeva l'elemosina. Per una serie di circostanze, la mendicante è costretta a tornare in patria dalla polizia, che la tratta come tutti i "sans papiers". Di nuovo in mezzo alla miseria. La vita continua. I quadri della storia sono come piccoli film incastonati tra loro, uniti dal filo tragico della deriva, dell'incomunicabilità, della rovina esistenziale, dell'alienazione urbana; spesso scanditi da fuori campo dove esplode la violenza, invisibile, ma presente. Il problema morale che Haneke, grande regista austriaco ancora misconosciuto in Italia nonostante titoli fondamentali come "Il sesto continente" e "Benny's Video", pone è proprio questo: come continua la vita in occidente (leggi: Europa) se l'indifferenza crea un muro ben peggiore di quello di Berlino? "Storie", il titolo originale rimanda alla mancanza di un linguaggio "sociale", è un film durissimo, spietato, che mette lo spettatore di fronte ad uno specchio nel quale è difficile riconoscersi. Ma Haneke dimostra che quell'immagine riflessa non inganna: è la nostra.
Ottimo film di transizione verso i capolavori successivi di Haneke (ma c’erano già stati Benny’s Video e Funny Games), tassello ulteriore sulle pericolanti fondamenta dell’Europa post-1989. Le evidenze ideologiche alla base dei frammenti narrati sono l’unica pecca proprio sul concetto di code inconnu (che si librerà appieno nel cruciale Caché).
Amo moltissimo quasi tutto Haneke ed è da tempo che volevo rivedere questo film visto al cinema vent'anni fa, ma non riuscivo a trovarlo in nessuna piattaforma. Finalmente è uscito in Mubi e ho potuto recuperare. Lo ricordavo magnifico, l'ho trovato un po' datato, ma sempre affascinante. Negli ultimi 20 anni si è parlato molto, e molto si è girato, di… leggi tutto
Nella vita quotidiana non sono un indifferente,ma lo sono verso questo film di cui la metà o quasi è parlato in lingua che non capisco,almeno metteci i sottotitoli! Ma, onestamente, questo film mi ha messo a dormire più volte, nonostante i disperati tentativi del regista di ficcarmi un dito nell' occhio,La linea di storia, così com'è, evoca poco interesse ed i personaggi sono per lo più… leggi tutto
Amo moltissimo quasi tutto Haneke ed è da tempo che volevo rivedere questo film visto al cinema vent'anni fa, ma non riuscivo a trovarlo in nessuna piattaforma. Finalmente è uscito in Mubi e ho potuto recuperare. Lo ricordavo magnifico, l'ho trovato un po' datato, ma sempre affascinante. Negli ultimi 20 anni si è parlato molto, e molto si è girato, di…
Forse Haneke già nell'anno 2000 aveva già previsto molte cose; e in effetti quest'opera è un manifesto crudo e realistico del nostro mondo, in cui le storie si intrecciano ma non si comunicano l'esistenza, che invece resta invischiata nel suo dramma personale, barricata da un muro di indifferenza cultura e sociale che quello di Berlino, al confronto, fa persino sorridere.…
Nella vita quotidiana non sono un indifferente,ma lo sono verso questo film di cui la metà o quasi è parlato in lingua che non capisco,almeno metteci i sottotitoli! Ma, onestamente, questo film mi ha messo a dormire più volte, nonostante i disperati tentativi del regista di ficcarmi un dito nell' occhio,La linea di storia, così com'è, evoca poco interesse ed i personaggi sono per lo più…
Storielle di ordinaria crisi e quotidiana, banale incomprensione, che si intrecciano o si sfiorano soltanto, sotto l'impassibile macchina da presa di Haneke. Un lavoro da sempre votato al realismo, al crudo, al nudo, con aspirazioni importanti ed imponenti, come quella di rivelare la violenza della normalità e la normalità della violenza (Benny's video e Funny games, già…
Ricerca della felicità individuale, fughe da realtà invivibili, esodi di massa in presenza di circostanze drammatiche. L'uomo si mette in movimento, spesso con dolore a volte con gioia e speranza, e lascia la sua…
I film di Haneke sono generalmente interessanti, anche quando non sono riuscitissimi. Il regista austrotedesco è uno degli autori europei più da tenere d'occhio, nel panorama attuale. Questo "Storie" non mi ha esaltato, ma tutto sommato è un acuto sguardo sulla società d'oggi, puntato su Parigi, una delle realtà più emblematiche, dove l'integrazione va…
Un film che presenta il taglio di molti romanzi contemporanei, con un'alternanza di brevi flash su frammenti di storie molto diverse, ma accomunate da un'unica verità di fondo: il posto che occupiamo nel mondo, e che ci siamo faticosamente conquistati, è sempre quello sbagliato.
Michael Haneke continua a lavorare per paradossi. Ma è anche uno dei pochi registi che sembri possedere delle posizioni teoriche ed estetiche ben precise. Il suo cinema è prima di tutto uno strumento. Un valido mezzo per esporre il proprio pensiero, freddo e lucido, ma penetrante come pochi.
Haneke ci racconta diverse storie. Lo fa attraverso una frammentazione del racconto che tende a…
Nella conferenza stampa di presentazione di Caché a Cannes, Haneke rispondeva al giornalista che gli chiedeva l'autore delle videoregistrazioni, dicendo che nemmeno lui sapeva la risposta, il bello dei film di questo grande regista è che attraverso di essi l'autore non ti dà risposte ma cerca solo di porre domande, scuotere lo spettatore dal suo torpore. Storie, fin dal titolo originale…
Il miglior film di Haneke e’ una delle opere piu’ importanti del cinema europeo contemporaneo. E’ un film che fa’ i conti con la realta’ quotidiana e coi temi piu’ attuali (immigrazione, intolleranza, bisogno di comunicazione, irresponsabilita’, nevrosi urbana, solitudine). E’ una sinfonia disarticolata (le storie raramente si intrecciano, spesso si lambiscono; ogni…
malato,malato,malatissimo...a chi non ha provocato quello strano senso di fastidio che non e' proprio paura ma fa male,male da morire.colpito e affondato!
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Commenti (2) vedi tutti
Ottimo film di transizione verso i capolavori successivi di Haneke (ma c’erano già stati Benny’s Video e Funny Games), tassello ulteriore sulle pericolanti fondamenta dell’Europa post-1989. Le evidenze ideologiche alla base dei frammenti narrati sono l’unica pecca proprio sul concetto di code inconnu (che si librerà appieno nel cruciale Caché).
commento di Inside manVorrei conoscere la lingua dei segni per capire cosa dice il bambino nell'ultima scena… Codici sconosciuiti. Un film da rivedere più volte!
commento di Xiao