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El Topo

Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film

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La recensione su El Topo

di Serum
8 stelle

 

Come altri film di Jodorowsky, anche questo è un viaggio, una corsa ad ostacoli verso qualcosa che non si può o non si vuole comprendere: El Topo è il pistolero senza nome di Per un un pugno di dollari vent'anni dopo, che cerca in un orizzonte sconosciuto la sua identità perduta, quelle radici di umanità che non ha mai voluto (ma di cui adesso non riesce a fare a meno), quella stabilità spirituale che corrode la sua memoria lacerata. La prima parte riassume tutta la sua esistenza: un eroe suo malgrado (salva i clericali dal militare) che viene talmente accecato dalla brama di gloria (sconfiggere i quattro maestri pistoleri per diventare il migliore) da finire col perdere l'unica cosa davvero importante (il figlio). La seconda è quella della presa di coscienza, del laico pentimento di un uomo che vuole fermarsi per ritrovare il proprio posto nell'equilibrio delle cose. Sono entrambe dei cammini, uguali e contrari, che si specchiano, si attaccano e si divertono a farsi sgambetti (il)logici. E quando l'equilibrio è ristabilito, è anche già chiaro che tutto sta per ripartire da zero, e siamo pronti ad aspettare che il nuovo pistolero ritorni dalla fine del mondo per avere vendetta o fare giustizia, per rendersi simbolo di una ricerca di sé stessi che non finirà mai. È forse il film più apertamente citazionista di Jodorowsky (Leone, Browning, Ford, Corbucci, Kurosawa e via e via), aperto verso un'azione epopeica e volutamente grossolana, che impasta con sapiente delirio il conflitto fra pistoleri con un penetrante barocchismo esoterico in stile Aleister Crowley, shakerando panteisticamente i simboli di mille filosofie per giungere a sublimarne l'essenziale similitudine di base, e distendendosi in uno stile post bunuelino che rimbalza fra mille generi (e sottogeneri) e tocca vette espressive notevoli. Nel complesso è meno emozianante de Il paese incantato e non ha la potenza straordinaria e deflagrante de La montagna sacra, ma è comunque un'opera densa, ricca e significativa.

 

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