Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film
L'esoterismo, la magia, la cultura orientale, i santoni, la meditazione: tutta roba che nessuno aveva mai pensato di inserire in un western, fino a questo El topo. Perchè? E' molto semplice: perchè sono tutte cose che non hanno nulla a che vedere con il genere. L'unica innovazione degna di nota sta sul versante figurativo: abile nel suggestionare lo spettatore, Jodorowsky mette in scena quello che probabilmente è e rimarrà l'unico 'western grottesco': i personaggi sono per lo più freak o individui malati nel profondo di sè, ovverosia gente 'diversa' esteriormente o interiormente - e pure questo è molto alla Jodorowsky. Che poi la trama si disperda dopo pochissimi minuti in un nugolo di riferimenti e di simboli arcani o resi tali dal regista per l'occasione (insomma: ci è o ci fa? c'è un messaggio troppo occultato o proprio non c'è?), poco importa: El topo è quantomeno una pellicola affascinante con un sottotesto di fondo che parla del declino umano - benchè sia arduo stabilire come, perchè, in che misura ne stia parlando. Appena sufficiente per il visibile sforzo.
Uno spietato cowboy salva la vita ad una ragazza; lei gli concederà il suo cuore se lui ucciderà i 4 maestri, sorta di santoni che vivono nel deserto. Lui li elimina tutti, poi lei però lo abbandona, preferendogli una donna. Il cowboy va incontro al suo declino.
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