Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film
Fosse semplicemente un lavoro allegorico (Bunuel era il maestro riconosciuto nel campo, per dire), si potrebbe sostenere comunque che, dove non arriva la comprensione dello spettatore, c'è per lo meno una tensione (o intenzione) artistica da parte del regista che conferisce un plusvalore magari non immediato alla pellicola. Ma qui l'arcano, l'astruso, il gusto per l'onirico ed il delirante è puramente gratuito, quantomeno nella maggior parte delle occasioni; per esempio: c'è un evidente riferimento alla via crucis cristiana, ma sfugge il significato di fondo che Jodorowsky vorrebbe attribuire alla sua 'parodica' messa in scena. Il rischio - che platealmente si concretizza - è quello non tanto di spiazzare, ma di annoiare il pubblico, costretto a seguire una narrazione illogica e a cercare invano di interpretare continuamente tutta una complessa, fitta rete di simbolismi talvolta realmente di cattivo o peggio ancora di nessun gusto. Il risultato, amplificato dai dialoghi rarefatti e non esattamente espliciti, è che La montagna sacra è uno di quei film che di diritto appartengono alla categoria FF CUE: quelli da guardare a velocità doppia. O tripla, se il vostro lettore DVD/VHS lo consente.
Nove personaggi a loro modo 'illuminati' tentano la scalata della montagna sacra, in cima alla quale dei santoni custodiscono il segreto dell'immortalità.
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