Regia di Alejandro Jodorowsky vedi scheda film
Un caleidoscopio fulmicotonico che resta impresso negli occhi e nelle viscere.Il cervello sta ancora deliberando la riorganizzazione della materia narrativa.Non mi disturba il vilipendio per la religione cattolica,sono sempre e comunque per la libertà d'espressione ma mi stupisco che in una nazione come la nostra in cui l'influenza ecclesiastica è molto ben tangibile(pure troppo per i miei gusti) questo film sia passato immune agli strali della censura(vedere messali pieni di vermi o vescovi a letto con le croci oppure pistole a forma di croce è un attacco più che virulento alla religione cattolica).Probabilmente questo film è un fenomeno talmente di nicchia che i vescovi non l'hanno visto.La prima parte in cui la virulenza dell'attacco alla religione è al massimo livello, con la figura cristologica che fa strage di crocifissi di gesso è una metafora neanche troppo velata dello stato d'oppressione in cui vive l'America Latina oppressa dai regimi capitalistici e dalla religione.Lo stato di povertà ai limiti della fame e una festa gaudente ad uso e consumo dei potenti,convivono nel mondo sottoposto alla lente deformante del regista cileno.Poi Jodorowsky nel momento in cui il sosia di Cristo scala la torre dell'alchimista si stacca dal cieco furore che caratterizzava la prima parte e si sofferma sulle lordure della società consumista di allora dipingendo un mondo laido e corrotto in technicolor,un delirio di colori pastello che lo fanno assomigliare a una comune hippy.Infine si parla dell'ascesa alla montagna sacra da parte degli individui selezionati,dove è nascosto il segreto dell'immortalità custodito da nove saggi.Avvicinandosi scoprono che in realtà i saggi sono solo dei fantocci.E che anche loro si riveleranno tali visto che l'immortalità non esiste e sono solamente figure nell'illusione cinematografica.Jodorowsky è un grande accumulatore di immagini e suggestioni.Probabilmente sono riuscito a cogliere solo un minimo dei riferimenti che mi si volevano dare ma è più che sufficiente anche così.Il suo cinema è fatto di sguardo e provocazione,un suo film non può essere guardato passivamente come ho detto parlando di El topo.Bisogna interagire con quello che si vede.L'unico cineasta a cui mi sento di accostarlo è Bunuel che dal punto di vista concettuale è sicuramente più raffinato.A livello visivo i due sono molto simili,forse Jodorowsky tende di più a colpire basso e a provocare in maniera più diretta.Jodorowsky assomiglia probabilmente solo a se stesso.Zoom indietro è tempo di tornare alla vita reale.....
regia indescrivibile quasi schizofrenica...
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