Forbek sconvolto dagli orrori della Grande Guerra, raduna nel castello che aveva iniziato a costruire tutti i suoi amici. Il suo obiettivo è quello di regalare loro un po' di felicità e per raggiungere il suo scopo distribuisce una pozione in grado di cancellare i ricordi. In questo modo tutti torneranno bambini. Livia, la donna di Forbek, decide di non bere la pozione ribellandosi al folle progetto. Un gruppo di studiosi si riunisce per partecipare a un seminario su "L'educazione all'immaginazione". Solo quattro di loro conserveranno la propria identità.
Note
L'argomento, la felicità e l'amore, viene trattato da Resnais, con la grazia e la soavità di uno scrittore del Settecento.
Ricorda Resnais che, quand’era bambino, suo padre lo ammoniva sempre “Guarda che la vita non è un romanzo!”: magari riuscissimo tutti a risolvere i nostri disagi infantili realizzando opere come questa... Il film racconta tre storie che si sviluppano in parallelo. Nella prima (che sembra una versione ancora più allucinata di L’anno scorso a Marienbad) un… leggi tutto
Resnais, perennemente criptico, ancora una volta esprime una sensazione di disagio che è prettamente, tipicamente e profondamente umana utilizzando un veicolo espressivo tutt'altro che tradizionale: in questo sta la sua forza, in questo sta ogni suo limite. Cosa significa (che) La vita è un romanzo? Forse: che la fantasia trionfa sulla realtà? Che il potere dell'infanzia è quello… leggi tutto
Mi sembra che Resnais (classe 1922) abbia tentato con "La vita è un romanzo" di ripetere l'operazione riuscitagli alcuni anni prima con "Providence" (1977). Il tentativo, in questo caso, proprio come quello del conte pazzo Forbek, è fallito abbastanza miseramente. La scelta di intrecciare tre vicende più o meno ambientate nello stesso castello in epoche diverse, con tanto di intermezzi… leggi tutto
O: Fuck, I like "Cazzo"! Iniziamo con una tautologia: a testimonianza diretta dell’importanza (ma pure la bellezza, anche quella, vien da sé) che questo romanzo pubblicato nel 2001 da Percival Everett…
Nel castello dove un utopista megalomane cercò di rigenerare l'umanità con dosi massicce di musica e poesia, venti pedagoghi nevrotici fingono di battersi per l'avvenire dei loro scolari, i quali, fortunatamente, continuano a sognare sogni puerili di eroi e principesse rapite. I tre livelli restano isolati e ciò che potrebbe essere scambiato per leggerezza e libertà…
Nel 1914 un magnate utopista e visionario (Raimondi) investe tutti i suoi averi per erigere un castello destinato a diventare la casa della felicità per tutti i suoi amici. Gli eventi bellici cambiano il corso delle cose e anni dopo quella stessa reggia, diventata un centro educativo, ospita un convegno fallimentare sul tema dell'educazione. Nel frattempo alcuni bambini immaginano mondi…
Ricorda Resnais che, quand’era bambino, suo padre lo ammoniva sempre “Guarda che la vita non è un romanzo!”: magari riuscissimo tutti a risolvere i nostri disagi infantili realizzando opere come questa... Il film racconta tre storie che si sviluppano in parallelo. Nella prima (che sembra una versione ancora più allucinata di L’anno scorso a Marienbad) un…
Resnais formula un invito a decifrare le forme in cui la realtà si organizza in oggetto estetico.... ovvero il film che Resnais gira... ovvero quello che stiamo guardando. La felicità che si cerca nel film la si raggiunge comprendendo questo. E la raggiunge chi guarda.
Resnais, perennemente criptico, ancora una volta esprime una sensazione di disagio che è prettamente, tipicamente e profondamente umana utilizzando un veicolo espressivo tutt'altro che tradizionale: in questo sta la sua forza, in questo sta ogni suo limite. Cosa significa (che) La vita è un romanzo? Forse: che la fantasia trionfa sulla realtà? Che il potere dell'infanzia è quello…
Mi sembra che Resnais (classe 1922) abbia tentato con "La vita è un romanzo" di ripetere l'operazione riuscitagli alcuni anni prima con "Providence" (1977). Il tentativo, in questo caso, proprio come quello del conte pazzo Forbek, è fallito abbastanza miseramente. La scelta di intrecciare tre vicende più o meno ambientate nello stesso castello in epoche diverse, con tanto di intermezzi…
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