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TÁR

Regia di Todd Field vedi scheda film

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La recensione su TÁR

di friedmandriver
7 stelle

"Da troppo tempo vediamo film che già sappiamo da che parte vanno [...] ma le nuvole si sono diradate quando ho visto Tár". Tali parole, pronunciate da Martin Scorsese, hanno fornito un gustoso antipasto su cui tuffarsi prima ancora di vedere la nuova pellicola di Todd Field; una portata molto più appetitosa, si potrebbe dire, di tanti possibili trailer. Tár è esattamente questo: un lungometraggio che pone lo spettatore in una cornice privilegiata da cui poter osservare la vita di una direttrice d'orchestra, di una figura forte, indipendente ed autonoma all'interno di uno specifico universo, a metà tra il personale e quello legato alla professione.

 

Cate Blanchett

TÁR (2022): Cate Blanchett

 

La storia che viene illustrata non ha il desiderio di portare, però, ad una conclusione di comodo o ad un finale chiuso. Il percorso è estremamente aperto, nonché rigeneratore e capace di rievocare uno spartito già affrontato in precedenza; un po' come all'interno delle composizioni, che mostrano sovente echi e richiami del proprio lascito. La musica è un fattore centrale per poter apprezzare il lavoro di Field, ma non è vincolante: si può ottenere un'esperienza soddisfacente pur senza conoscere a fondo la teoria, anche se questa risulta propedeutica per poter giovare a fondo di un'opera così complessa e ricercata.
Perché Cate Blanchett - volto, corpo e anima di Lydia Tár - affonda con tutta la propria forza, regalità e maestosità nell'Arte, senza risparmiarsi mai. La sua interpretazione è condita da una componente che trascende lo schermo e che pesca direttamente dalla vita: mai come in questo caso, i precedenti studi musicali e pianistici sono stati le fondamenta perfette su cui erigere lo studio del personaggio, così naturale e deciso nella sua dimensione filmica. Ed è da evidenziare, a tal proposito, l'attenta regia, che ad un montaggio estenuante ha scelto di privilegiare, invece, lunghe sequenze, zone d'ombra, variegate profondità di campo e, sul piano scenografico, una ristretta palette cromatica: il risultato è egregio, capace di restituire una figura complessa e non decifrabile ad un primo incontro. Ci vuole tempo e pazienza per conoscere le sfaccettature di Lydia Tár, ben nascoste sotto una scorza apparentemente impenetrabile e professionale.

 

Cate Blanchett

TÁR (2022): Cate Blanchett

 

I satelliti che ruotano attorno al pianeta-Blanchett in tale ottica (come Noémie Merlant, Nina Hoss ed una sorprendente Sophie Kauer) contribuiscono a rendere l'opera complessiva carica di tutti i significati necessari a rendere Lydia e la pellicola complete, capaci anche di immergerla continuamente in nuove variazioni e rivisitazioni. Il tempo è fondamentale per permettere al lungometraggio di sedimentarsi nella mente dello spettatore, che altrimenti rischierebbe di trovarsi ingabbiato in vie cieche incapaci di fornirgli le risposte necessarie alla catarsi conclusiva: non si può pretendere di comprendere Beethoven o Mahler ad un primo superficiale ascolto, verrebbe da dire.
Riprendendo le parole di Scorsese, non è un film che ci prende per mano. Ciò non simboleggia una incapacità di giungere ad un epilogo soddisfacente, quanto una netta volontà di riportare il cinema ad una dimensione di attesa, di analisi, di pensiero: con prerogative del genere, diventa necessario uno sforzo da parte dell'interlocutore passivo per attivarsi e poter giovare di un lavoro così magistrale. Uscire dalla zona di comfort e addentrarsi tra le pieghe dei volti, nelle incrinazioni dello spirito e oltre una visione sbrigativa offrirà, a tutti i volenterosi, una rinnovata esperienza di interazione consapevole e matura con il cinema.

 

Cate Blanchett

TÁR (2022): Cate Blanchett

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