Regia di Todd Field vedi scheda film
Potremmo definire TAR come un film che va assolutamente controcorrente. Nell'era del #MeToo Todd Field ci racconta infatti la storia di una grande donna, di un'immensa professionista la cui reputazione viene distrutta, delegittimata nel suo ruolo di Direttrice d'orchestra e annientata umanamente da una serie di scandali che si susseguono a suo danno senza fine.
Potremmo dire che il film è "fuori topic", ma non è affatto fuori fuoco nel modo in cui decide di narrare e filmare la vicenda.
La cosa più incredibile di TAR è la capacità cinematografica da parte di Field di costruire e decostruire il personaggio principale interpretato da Cate Blanchett. Veniamo lanciati subito all'interno di un mondo spesso poco conosciuto e poco filmato "da dentro" come quello della musica classica. Assistiamo per una buona mezz'ora a termini tecnici, a discussioni di mestiere di difficile comprensione per i non addetti, ma non fa niente, perchè le parole o i termini che non capiamo vengono coperte dalla magnetica, fredda e glaciale presenza della Blanchett che attira su di sé e sulla sua sublime interpretazione tutta l'attenzione. E ci piace molto questo viaggio insieme a lei, a suo fianco, nei salotti eleganti dei teatri d'opera, nelle hall degli alberghi, gustiamo con lei i suoi pranzi raffinati con le personalità importanti del settore, condividiamo con lei la sua vita privata.
E' un film nella prima parte davvero spiazzante. Non conosciamo questo mondo, ma ci comincia a piacere perchè nessuno prima di Field lo ha rappresentato in questo modo, lo ha mostrato fin dentro i meandri più nascosti e reconditi. E' un'esperienza cinematografica del tutto nuova.
Piano piano poi Field comincia a smontare pezzo dopo pezzo il suo "gioco". Tutto quello che ci ha detto di questa donna, lo cancella, minuto dopo minuto, mattone dopo mattone, lo rimette in discussione nella sua interezza, ma noi siamo ancora con lei per buona parte di questo gioco all'automassacro. E' stata talmente minuziosa e convincente la costruzione del personaggio nella prima parte che non possiamo non credere alla sua buonafede fino a quando di quello che abbiamo visto all'inizio. non rimane praticamente più niente.
Per arrivare così in alto e poi scendere così in basso ci vuole del tempo, ma le oltre 2 ore e mezzo non sono mai un martirio per lo spettatore, solo un grande spettacolo per gli occhi e per la mente. Todd Field ci regala una grande lezione di cinema e di scrittura.
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