Regia di Todd Field vedi scheda film
VENEZIA 78 – CONCORSO
Per diventare la numero uno, dopo essere stata l’allieva prediletta di Leonard Bernstein, Lydia Tar deve sfoderare, oltre all’innegabile talento ed il sangue freddo di cui ha già ampiamente dato prova di possedere, una capacità di dominare ed equilibrare non solo gli elementi della prestigiosa orchestra che è arrivata a dirigere, ma anche tutti i tasselli complessi e le leve più imprevedibili che stanno dietro ad una struttura ove un semplice sgarro e una tensione, potrebbero compromettere quella posizione di preminenza che la stessa ha maturato con la dote innegabile che la contraddistingue, ma che non basta a renderla padrona del suo spazio e della sua carriera di donna di comando al vertice degli equilibri artistici, ma non solo.
Un re, o una regina, devono sapersi muovere alla perfezione per far si che fidati collaboratori e i membri indispensabili del proprio staff ricevano il trattamento che meritano e non tramino all’ombra, al fine di spodestare e tradire il proprio sovrano.
La storia è piena di storie di tradimenti e ribaltamenti di corone e Lydia Tar sembra esserne cosciente, soprattutto in un ambiente maschilista come quello della direzione d’orchestra, che raramente concede a figure femminili posizioni come la propria, coronata, come solo altre quindici personalità nel campo musicale, dei quattro più ambiti premi mondiali (Emmy, Grammy, Oscar e Tony Award).
La Tar è anche una musicista che non vuole crogiolarsi in questo sue essere unica donna ad aver raggiunto quei vertici inarrivabili per troppi altri colleghi, e rifugge ogni considerazione che possa in qualche modo attribuirle più valore proprio per il fatto di essere donna.
Il ritorno in regia di un cineasta sensibile come Todd Field ad oltre quindici anni da quel suo notevole e non meno disperato e grintoso Little Children, corrisponde ad un progetto ambizioso e riuscito, serrato e incalzante che vede la grandissima Cate Blanchett coinvolta, oltre che nel ruolo da mattatrice che le regalerà probabilmente altre grandi soddisfazioni dopo una carriera già costellata di successi e premi meritati, anche in veste di produttrice.
E pensare ad altri nel ruolo del tenace e grintoso maestro d’orchestra appare impossibile, conferendo l’attrice anima, carattere, corpo e grinta necessari ad un personaggio fuori dal comune che si sarebbe potuto immaginare altrimenti solo appannaggio di attrici d’altri tempi come Joan Crawford e poche altre ancora.
Affiancano la grande interprete, che per il ruolo difficilmente potrà essere ignorata tanto in termini di Coppa Volpi, quanto in visione dei prossimi Oscar 2023, un cast interessante ed eterogeno che vede in primis coinvolta la versatile Noémie Merlant (Parigi, 13 Arrondissement, A good man, Ritratto della giovane in fiamme) nei panni della fidata assistente tenuta sempre sulle spine, la musa di Christian Petzold, Nina Hoss nel ruolo della compagna e violoncellista sottomessa agli umori e alla volubilità maschia della protagonista, oltre che Mark Strong e la violoncellista debuttante Sophie Kauer, che si rivela per l’occasione un’attrice di gran talento.
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