"Till - Il coraggio di una madre" (2022) di Chinonye Chukwu
Estate del 1955, contea di Leflore, Mississippi. Emmett Till, un ragazzino afroamericano di quattordici anni arrivato da Chicago, è lì per passare le vacanze insieme ai cugini e agli zii. E' abituato alla vita delle grandi metropoli del nord, dove l'integrazione razziale è di gran lunga meglio accettata e consolidata, ma qui siamo nel profondo Sud, anzi peggio, siamo in Mississippi. Al rientro da una classica giornata soleggiata, passata a raccogliere cotone (belle vacanze si), i cugini hanno la consuetudine di fermarsi a bere qualcosa all'emporio di Carolyn Bryant, donna bianca sui venticinque anni che, per usare un eufemismo, non vede di buon occhio questi ragazzi gironzolare per il negozio. Emmett compra delle caramelle e una Coca e se ne sta per andare, ma si volta e rivolge un fischio di ammirazione (l'ormai mitico catcalling...) a Carolyn Bryant. La donna su tutte le furie si dirige verso la sua macchina con l'intenzione di prendere un'arma, cosi' facendo i ragazzi terrorizzati scappano a gambe levate. Passano tre giorni, e se pur la preoccupazione in loro sia alta, sembra che la giovane donna non abbia detto del fatto a nessuno, nemmeno al marito. Ma purtroppo non sarà così: nella notte tra il 26 e 27 Agosto 1955, due uomini (il marito della donna e il fratellastro di lui) prelevano con la forza Emmett dalla casa dello zio e fanno perdere velocemente le loro tracce. Tre giorni dopo, due pescatori trovarono sulle rive del fiume Tallahatchie un corpo di un ragazzo, era quello di Emmett Till. Il corpo era tremendamente sfigurato, aveva subito delle torture, poi qualcuno gli aveva sparato in faccia e lo avevano infine legato con del filo spinato ad un macchinario per la lavorazione del cotone come zavorra e gettato nel fiume. Il corpo ritornato a Chicago, ebbe un funerale con la bara aperta, per volere categorico della madre, se pur distrutta dal dolore ma ferma e decisa in modo che tutti potessero sapere cosa era stato fatto al figlio. La donna con l'inizio imminente del processo, a carico dei due uomini, tornerà nel natio stato del Mississippi sperando di avere giustizia...
Il film, diretto dalla regista nigeriana Chinonye Chukwu, se pur didascalico e un po' retorico, ha il merito di far sapere anche alle nuove generazioni di fatti orrendi accaduti nel totale disinteresse delle istituzioni e delle leggi che non tutelavano, se pur cittadini americani come gli altri, una grossa fetta della popolazione. A livello cinematografico è vero che poteva essere meglio, anzi doveva, bastava che alla regia ci fosse una mano esperta a dirigere il genere, un Costa-Gavras magari, o Oliver Stone e Roland Joffe' . Comunque per conoscere la vicenda a grandi linee la visione è consigliata.
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