Regia di Volfango De Biasi vedi scheda film
Quindici pazienti psichiatrici, un ex calciatore e uno psichiatra per allenatore: è la squadra del Gabbiano, impegnata in un campionato di calcio per pazienti psichiatrici. Tutti i suoi giocatori sono in cura con psicofarmaci e lottano per reintegrarsi nella società. Il pathos del risultato sportivo convive in questo documentario con le storie personali non facili di quindici ragazzi uniti per un anno da un unico obiettivo: vincere il campionato e sconfiggere gli eterni rivali del Tucano.
Un documentario a basso budget, visibilmente realizzato con mezzi modesti, ma ispirato da una storia dalla profondità immensa, carica di argomenti importanti, vivi, troppo spesso taciuti: questo è Matti per il calcio, opera prima del regista Volfango De Biasi, che nel futuro ritornerà per ben due volte sui suoi passi. Qui infatti De Biasi (con la collaborazione di Francesco Trenti per la sceneggiatura) racconta le vicende della squadra di calcio a cinque del Gabbiano, composta da pazienti psichiatrici e inserita in un minitorneo per atleti nelle medesime condizioni. Ogni giocatore ha un fardello di traumi o di esperienze negative alle spalle, ognuno vive come meglio riesce la sua situazione, ma tutti hanno un obiettivo comune: giocare per vincere il torneo. E questo rende il gruppo più unito, più solidale e fa sì che sul campo i pazienti si trasformino in giocatori, allontanando per un po' i problemi delle loro esistenze. Lo sport come terapia psichiatrica: Matti per il calcio affronta il tema in maniera diretta e con una narrazione solida e avvincente, mantenendo salde in parallelo le storie di vita vissuta e quelle di campo. De Biasi, come si diceva, tornerà a parlare di tutto questo in Crazy for football (2016) e successivamente in Matti per il calcio (di nuovo; 2021), documentario e fiction che raccontano le avventure e disavventure della nazionale italiana pazienti psichiatrici ai mondiali giapponesi. 6/10.
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