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I cavalieri che fecero l'impresa

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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Brady

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La recensione su I cavalieri che fecero l'impresa

di Brady
4 stelle

Un film difficile da valutare. Ci sono aspetti positivi come negativi. Questi ultimi prevalgono sostanzialmente.

Un film difficile da valutare. Ci sono aspetti positivi, come gli interpreti e, in parte, la storia, le ambientazioni.

 

Per contro non si può far a meno di notare come alcuni aspetti rendano questo film un prodotto mediocre, nonostante il notevole impegno profuso.

 

Intanto la storia è piuttosto confusa e ricca di aspetti mitologici ed riti poco conosciuti come, ad esempio, la 'bollitura', il trapezio sul rogo (!!!???). Alcune scene risultano splatter anziché realistiche; il sangue non è nemmeno del colore giusto, troppo scuro rispetto a quello 'fresco' di ferita.

 

Lo stesso Ranieri di Panico risulta un personaggio piuttosto contraddittorio. Da taglieggiatore, assassino e stupratore di suore diventa un mansueto cavaliere alla ricerca della sacra reliquia. Poco credibile.

 

Le scene di combattimento sono piuttosto maldestre, spesso assurde, ma, invero, non di rado scarsamente dissimili da altri film di pari genere. Paradossale il crollo di un intero piano dell’edificio… misterioso e spiegabile come quello delle Twin Towers… taroccato.

Il recupero della nave resta un mistero, cos’ come il suo allestimento e carico, senza un pontile. E infatti tutte le scene relative sono assenti. O sono sopra la nave o sono a terra, con una vela del genere al più ci fai il giro dello scoglio.

Anche il recupero del lenzuolo sacro è decisamente MALDESTRA ed anche parecchio MALSINISTRA.

Vorrebbe scimmiottare i colossal, ma lo fa all’italiana. Ne risulta un pasticcio solo in parte accettabile. Ogni film è un compromesso. Qui è lo è, ma siamo lontani dal capolavoro, molto lontani.

 

In definitiva è difficile dare un giudizio che rappresenti il film con un solo numero. Ma quello che ho visto non rasenta che la sufficienza, cercando di essere particolarmente buoni.

 

Ricorda troppo spesso le situazioni paradossali del mitoco Brancaleone. A volte è più semplice fare una parodia che un film serio. E forse, tanto sangue e budella ci sono per evitare si rida di tanto in tanto.

 

Infine, come anche sottolineato da altri, il personaggio del Frate, quello che gira all'inizio fra i sarcofagi, con il suo accento ed il suo modo di parlare è spesso incomprensibile. Se a ciò aggiungiamo che il volume delle voci è troppo basso rispetto a musiche e rumori... 

 

In generale, mi ripeto, le voci nei film sono troppo basse. Serve alzare il volume a livelli inverosimili per tentare di capire qualcosa col rischio di assordarsi quando cambia la scena. Assurdo.

 

Da notare anche come ci sia molto più di un richiamo al ben più blasonato "Il nome della Rosa". Siamo oltre la mera ispirazione. Ne è un esempio clamoroso il coinvolgimento dell'attore americano F. Murray Abraham, che nel film di Jean-Jacques Annaud interpretava lo spietato inquisitore Bernardo Guy. In questo film si ripresenta anche con lo stesso identico aspetto al di là del fatto di avere 15 anni in più.

 

 

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