Regia di Pupi Avati vedi scheda film
È un film abbastanza suggestivo, che affronta una tematica, quella del viaggio avventuroso alla ricerca di una reliquia, inevitabilmente affascinante e ha dalla sua parte un finale molto bello, quasi epico, che alla fine della visione lascia una buona sensazione. Però in realtà offre poche emozioni. Avati ancora una volta cerca di descrivere la religiosità medievale senza comprenderla e presentando personaggi sbiaditi, la cui fede sembra più di facciata che sentita. Come già in Magnificat, si può dire che abbia un'immagine piuttosto fantasiosa e lugubre del medioevo e il punto debole del film sono proprio alcuni particolari trash superflui, come l'esorcismo o l'esibizione di un cadavere carbonizzato. Anche l'ambientazione troppo minimalista non mi convince. Nel loro viaggio i cavalieri sembrano non incontrare né villaggi né città, solo qualche castello o monastero, che troppo inverosimilmente sono circondati dal nulla. Soprattutto vorrei capire per quale motivo, anche senza nominarli apertamente, lascia intendere che secondo lui i templari erano degli eretici, dal momento che storicamente la Roche era stato un maestro templare e i cavalieri che custodiscono la sindone indossano la croce templare. I templari erano eretici solo secondo le false accuse di Filippo il Bello, che voleva impossessarsi dei loro beni, e dare credito ad una tale accusa ritengo sia imperdonabile.
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