Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Una operazione anomala quella di Avati nello stantio panorama filmico italiano. E bisogna darne merito fatta con coraggio come quello che infonde nei suoi cavalieri. Ma alla fine, la cui attesa è forse un po troppo lunga, sembra di aver assistito ad una rappresentazione disomogenea, con zone chiare e molte oscure. Aperture scenografiche valide e chiusure ambientali da fiction. Recitazione altalenante. Motivazioni ideologico-religiose discutibili. Insomma l' impressione è che il regista sia stato un po pretenzioso alla luce dei risultati.
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