Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Non è il miglior film del sardonico Claude Chabrol, ma anche un film minore di Chabrol è degno di nota. Specialmente se si tratta di un giallo classico che mantiene la tensione fino all’ultimo con precisa, attenta e competente capacità che pone al centro della scena uno tra i soggetti più praticati dall’autore francese: la famiglia disfunzionale, intesa come rappresentazione di una borghesia a sua volta disfunzionale. Qui il racconto dei traumi e dei problemi di alcuni benestanti, filtrato attraverso lo sguardo di un esterno, un professore di filosofia, chiamato in causa per tentar di risolvere un’annosa questione tra figlio e matrigna.
Chabrol dà sfoggio della sua tecnica elegante ed insinuante, si ispira direttamente ad Hitchcock e costruisce una macchina persuasiva e suggestiva, determinata da una logica riconducibile a quella dei Dieci Comandamenti che si fa lampante nel finale, conferendo un significato alternativo al titolo già di per sé comprensibile. Gran gioco d’attori con dominio assoluto di Orson Welles, marito e padre padrone, che tiranneggia nel suo piccolo mondo con sadico gigionismo.
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