Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film
VOTO 6,5 AMARO (Tv 8 Settembre 2010) Classico esempio di film che può generare opinioni discordanti. Se si resiste alla volgarità (a tratti decisamente stucchevole e gratuita, anche se è la particolarità della pellicola) e non si pretende una storia lineare, ci si può soffermare sulle qualità di un'opera a suo modo coraggiosa, forse troppo programmatica, ma viva e capace di offrire un ritratto di una società e di un luogo (la Toscana, la fine dei 70) che non esistono più, fregandosene del politicamente corretto, potendo sfruttare quel vulcano di nome Roberto Benigni. Come scrive il Mereghetti sembra di rivedere in lui un matto di altri tempi, così amaro, sognante, debole, ma in grado di trasmettere un'umanità personalissima. Bertolucci, al suo esordio, utilizza un lavoro teatrale del toscanaccio, e cerca di mantenere un equilibrio attraverso una regia che "vuole farsi vedere" (il piano sequenza iniziale, l'uso delle location e del sonoro, le inquadrature prolungate, il siparietto alla Chaplin con la zoppa) risultando a tratti datata, ma piacevole e funzionale. Certo alcune battute sul sesso e certe situazioni sono tirate fin troppo per le lunghe, però altre sono memorabili: il comunismo vien da sè, siamo rimasti incinta dalla miseria, Berlinguer che dice VIA! alla rivoluzione, Dimenticate il Benigni export con tanto di Sofiona nazionale agli Oscar, questi sono i suoi inizi, in quello che possiamo benissimo definire un interessante documento storico, rivalutato più per questo che per altri motivi (che comunque ci sono). Perfetto il cast, brava e coraggiosa la Valli; che risate quando si reca in chiesa con un'acconciatura da circo!
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