Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film
Benigni è un'inquieta macchietta che girovaga per la campagna toscana in cerca di una risposta che non sa darsi. I suoi interrogativi sono talmente impossibili che lui stesso ne ignora il senso profondo: accomodandosi sulla gretta e becera coscienza provinciale, finisce per dimenticarsi di sè stesso come individuo ed accettare tutto ciò che gli passa davanti quotidianamente. Religione e politica ne escono beffate. Bella caratterizzazione di clown triste, felice nella scelta di una comicità essenzialmente fisica e, come si addice al contesto popolare, discretamente volgare - irresistibile la progressione coprolalica farfugliante di Benigni per i campi, appena informato della morte della madre.
Mario, operaio venticinquenne, vive solo con la madre possessiva ed oppressiva in un paesino toscano. Ma non è succube soltanto di lei: lo è anche delle donne in generale, entità lontane ed irraggiungibili, degli amici che lo dileggiano continuamente, del sistema di luoghi comuni sessisti della piccola provincia, che lo condizionano impedendogli di reagire concretamente.
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