Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film
Il Mario Cioni della televisione che aveva reso celebre Benigni approda al cinema con un risultato non del tutto riuscito ed una certa fatica ad occupare il tempo di un film con qualcosa che vada al di là della trovata comica e di una parvenza di trama
Riadattando al cinema il personaggio di Mario Cioni che aveva spopolato in televisione fino ad allora (e forse con la fretta di capitalizzare questa popolarità..) Roberto Benigni a suo modo anticipò di un anno un altro campione del cinema surreale come "Ecce Bombo" di Nanni Moretti, anche se qui il tema politico è solo un esile pretesto per dare sfogo alla sua capacità surreale (e spesso scurrile) con momenti comunque di puro divertimento, ma anche con una navigazione a vista affidata all'esordio cinematografico di un regista come Giuseppe Bertolucci. Tuttavia la forza espressiva del primo Benigni è tale da soppiantare qualsiasi linearità narrativa, ed il film procede come un fiume in piena difficilmente governabile, tra alti e bassi dove ad emergere è soprattutto una carrellata di personaggi grotteschi e spesso quasi mostruosi di un'Italia rurale e paesana ben lontana dalle piazze della contestazione (tanto che, negli immancabili dibattiti politici, si vien più per giocare a tombola e vedere le figliole che per altro..). A fare da spalla a Benigni, qui come in televisione, l'immancabile Carlo Monni mentre la parte della madre è affidata ad una sanguigna e irriverente Alida Valli.
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