Regia di Louis Malle vedi scheda film
Un ex militare sta cercando di disintossicarsi dall’alcolismo in una clinica di Versailles e si sta separando dalla moglie americana (che si vede solo in foto), alla quale ha scritto una lettera per fare un ultimo tentativo di riconciliazione; il giorno prima di quello fissato per il proprio suicidio (23 luglio, scritto sullo specchio della stanza come promemoria) va a Parigi per trovare i vecchi amici di un tempo. Un film di freddo, lucido nichilismo, tratto dal romanzo omonimo di Drieu La Rochelle. Inizia alla Hiroshima mon amour, con i primi piani di due corpi avvinghiati a letto; descrive poi la umbratile (non) vita della clinica, fra pettegolezzi a tavola e partite a scacchi con il direttore; segue la peregrinazione per le strade parigine, da cui emergono le schegge di un passato di stravizi a cui si guarda senza neanche troppi rimpianti; infine un banchetto di gala (la parte più risaputa, che ormai non aggiunge nulla al già visto). Ultima scena senza parole, con un colpo di pistola e nulla più.
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