Regia di Louis Malle vedi scheda film
All'epoca emerse come la più aderente e sconcertante rappresentazione cinematografica di una protagonista del nostro tempo: la depressione. "Le feu follet", coraggioso adattamento tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore "collaborazionista" Drieu La Rochelle (a sua volta afflitto dalla malattia e morto suicida nel 1945), è un fulgido esempio di nouvelle vague "classica" (l'autore transalpino ne fu l'esponente principale), tradizionale nella forma linguistica e nell'umore di fondo derivato dal noir, innovativo per l'approfondita osservazione delle tematiche (qui il nichilismo autodistruttivo già proveniente dalle analisi seminali e rivoluzionarie di Bergman ed Antonioni). Ronet eccelle, e non tornerà più in carriera a questi livelli. Nonostante sia fra i capolavori di Malle, è un'opera quasi dimenticata, complice forse l'odierno declino-disprezzo verso quell'humus culturale attivo nei primi anni "60, di stampo tipicamente intellettuale, da cui "Fuoco fatuo" attinse a piene mani (soprattutto nella descrizione ambientale e nella connotazione atmosferica).
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