Regia di Cecil B. DeMille vedi scheda film
La storia di Mosè, personaggio biblico per antonomasia, rivive in un peplum di inarrivabile grandezza. La regia è di Cecil B. DeMille, esperto del genere, e soprattutto del personaggio, dato che questa versione è il remake di quello realizzato da lui stesso oltre trent’anni prima (caso di auto-remake più unico che raro), soltanto rifatto con più soldi e con artifici tecnici differenti (sonoro, colore – in parte - ed effetti speciali). Di fatto è l’ultimo film del regista, forse non il suo film più bello, ma di certo il più discusso, il più magniloquente ed il più ambizioso.
Mosè (Charlton Heston), destinato ad essere il Principe d’Egitto, scopre di non essere egiziano, bensì ebreo. Il carisma utilizzato nel guidare gli schiavi secondo il rituale egiziano, verrà usato, dopo tale rivelazione, per liberare gli ebrei dalla loro tormentata vita di schiavitù, passando per l’apertura del Mar Rosso e la dettatura delle tavole delle leggi.
Grande cast: tra gli antagonisti di Mosè c’è il perfido Datan, interpretato con straordinaria bravura da Edward G. Robinson, mitico divo degli anni ’30 e ’40, mentre il perfido Ramesse è un altro super divo dell’epoca, Yul Brinner.
Kolossal che si ricorda per i dialoghi curatissimi, per le grandiose scene di massa (quella dell’esodo è ancora oggi la più “affollata” della storia del cinema), per i toni da tragedia greca, per l’incredibile investimento (ben 13 milioni di dollari del 1956!) e gli avveniristici effetti speciali che meritarono un Oscar, nonché per la lunghezza (spesso quando passa in tv viene diviso in due arbitrarie puntate): pellicola in tutto e per tutto ipertrofica, la cui visione però non stanca, sintomo di una cifra stilistica con pochi eguali.
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