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La comunidad

Regia di Alex de la Iglesia vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La comunidad

di hallorann
8 stelle

Il cinema di Alex De La Iglesia è da prendere o lasciare, o lo si ama o lo si odia. Fin da AZIONE MUTANTE, il regista spagnolo (per l’esattezza basco) ha dimostrato una propensione per il grottesco e la black comedy violenta e dissacrante. Una ispirata vena narrativa e visiva accompagnata da una disinvolta abilità nell’uso della macchina da presa, che a molti irrita stroncando e liquidando con facilità ogni sua opera, sono invece al suo attivo. Dopo l’esordio prodotto dai fratelli Almodovar, egli si è confermato con EL DIA DE LA BESTIA, CRIMEN PERFECTO, l’incursione inglese THE OXFORD MURDERS e nel 2000 LA COMUNIDAD. Julia è un’agente immobiliare che deve piazzare un appartamento in un vecchio stabile. Il marito fa il buttafuori in una discoteca, momentaneamente si fermano nella casa ma dal soffitto cadono scarafaggi e ci sono infiltrazioni d’acqua provenienti dal piano di sopra. Julia chiama i pompieri, sfondano la porta e scoprono un tugurio e il cadavere di un vecchio. La nuova inquilina torna nell’appartamento ora sigillato con una mappa in mano trovata nel primo sopralluogo, infatti sotto una mattonella trova sei miliardi! La sua vita potrebbe cambiare nonostante il marito l’abbia abbandonata ma non ha fatto i conti con la Comunidad (i vicini di casa). Infatti i soldi erano il frutto di un 13 al Totocalcio ottenuto con una schedina giocata con l’amministratore Emilio (“…Sporting-Real Sociedad?...io dissi…ics…nessun’altro in tutta la Spagna mise ics…”). Tutti quanti non aspettavano altro che la morte del vecchio per spartirsi il bottino. La valigia piena di soldi riempita da Julia scatenerà i più bassi istinti dei condomini con colpi di scena, sangue, meschinità, crudeltà e morti ammazzati. LA COMUNIDAD è una tipica commedia alla De La Iglesia bizzarra e densa di azione, ritmo e spettacolo. La noia e la ripetitività non fanno mai capolino. L’eccesso è il suo mestiere ma lo sa dosare bene, a partire da sceneggiature ben congegnate e con intenti satirico sarcastici (i vizi capitali, la cattiveria umana, l’invasione dei media, qui anche l’avidità per il denaro). La storia de LA COMUNIDAD - come quasi tutti gli altri film del regista - ha una conclusione non sui generis in cui i perdenti, i brutti, gli sfigati o i portatori di handicap hanno una sorta di riscatto sociale finale nei confronti di chiunque. Quest’ultimo aspetto è una ulteriore carta vincente per il corpulento regista oltre ad uno stile stravagante ma decisamente originale e ad una impeccabile direzione d’orchestra del cast. Tra i tanti spiccano la superba protagonista Carmen Maura e il feticcio Enrique Villen (già apprezzato nei panni di Reina ne I LUNEDI’ AL SOLE di Leon de Aranoa).

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