Regia di Warren Beatty vedi scheda film
Nel genere di film tratti da fumetti questo "Dick Tracy" di Warren Beatty non sfigura anche se è opera più di forma che di sostanza. Beatty ha ripreso il personaggio dei fumetti di Chester Gould per un'opera stilizzata e antinaturalistica dove l'aspetto visivo è preponderante grazie ad una magistrale fotografia di Vittorio Storaro con illuminazioni ardite che utilizzano soltanto i colori primari e che si accoppiano a scenografie magniloquenti e costumi sgargianti per creare un universo artificiale che è stato avvicinato a quelli dei cartoni animati. Se nella veste formale il film conserva una indubbia coerenza, la trama ha un minore impatto e può risultare piuttosto arzigogolata e con alcuni snodi non sempre plausibili (lo svelamento dell'identità del personaggio misterioso nella parte finale, ad esempio). La figura centrale del detective è resa senza sfumature per una voluta fedeltà al fumetto, dunque non accuserei Beatty di un'interpretazione monocorde, come è stato fatto da diversi commentatori; per quanto riguarda la galleria dei "cattivi", ci sono diversi personaggi interessanti, in primis il Big Boy di un Al Pacino gigionesco e truculento, ma anche qui prevale un'artificialita' che alla lunga può stancare. Non male nel suo tentativo di rifare le grandi seduttrici del passato la Breathless Mahoney di Madonna, in una delle sue prestazioni più simpatiche; orecchiabili le canzoni scritte per lei da Stephen Sondheim fra cui "Sooner or later" che vinse l'Oscar insieme all'elaborato make-up e alle scenografie. Fra i caratteristi da menzionare anche Dustin Hoffman come Borbotto, francamente non memorabile, e una brevissima apparizione come stenografa di Kathy Bates, che nello stesso anno vinse l'Oscar come miglior attrice per "Misery". A mio parere merita una certa riconsiderazione anche da parte di chi l'ha liquidato piuttosto frettolosamente.
Voto 7/10
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