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The Good Nurse

Regia di Tobias Lindholm vedi scheda film

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La recensione su The Good Nurse

di unicorno22
6 stelle

Tobias Lindholm è uno dei registi nordici più interessanti da quando alla Mostra del cinema di Venezia presentò dapprima il solido "Kapringen" , da cui Paul Greengrass ci trasse un'altrettanto solido remake (Captain Philips) e poi il bellissimo "A war" che fu addirittura candidato all'Oscar come miglior film straniero.

 

A un'attività registica promettente, Lindholm ne ha affiancata al tempo stesso una da sceneggiatore di davvero alto livello. Sono sue infatti le firme delle storie de "Il sospetto" e di "Un altro giro", il primo candidato, il secondo vincitore dell'Oscar internazionale.

 

Con "The good Nurse" Lindholm si cala nel genere thriller puro, tratto da un fatto di cronaca vero con protagonista un infermiere serial killer che ammazza i pazienti iniettando di nascoto nelle flebo dell' insulina, senza apparente motivo.

 

La mano del regista danese è esperta, si muove con sicurezza e sa come costruire la tensione. Siamo difronte ad un thriller per certi versi atipico dove le svolte narrative e i colpi di scena non sono seguiti mai da un'accelerazione del ritmo a dimostrazione di come Lindholm sappia maneggiare con cura la storia senza lasciarsela scappare mai via.

 

In questo controllo eccessivo vi è anche il difetto del film che non rispetta a pieno le regole del genere nel quale si va a collocare. Quel mancato cambio di passo e aumento del livello di suspance che ci si aspetterebbe da un thriller, a un certo punto infatti si fanno sentire e pur rimanendo aderenti alla storia, non riusciamo mai ad arrivare ad un'assorbimento totale con la stessa.

Si ha un po' come la sensazione che l'obbligo di dover rispettare la realtà dei fatti, abbia finito per imbrigliare un po' la sceneggiatura in delle maglie eccessivamente strette che non le hanno dato la giusta dose di ossigeno.

 

Quello che però è da ammirare è come Lindholm ha compensato questa carenza di contenuto, facendo un lavoro egregio sugli attori che con le loro interpretazioni intense riescono a sostenere l'intero film e riuscire appieno, loro si, in quel processo di immedesimazione con la vicenda, che nella sceneggiatura a tratti latita.

 

Se di esame "americano" si può parlare,  Lindholm lo supera seppur non a pieni voti e dimostra di essere ancora un regista altamente promettente.

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