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Persuasione

Regia di Carrie Cracknell vedi scheda film

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La recensione su Persuasione

di orsotenerone
6 stelle

E siamo ad un film molto criticato dai puristi del genere, questo Persuasione del 2022 ha creato tutta una serie di bocciature, ma che io invece non ho trovato così male.
Stiamo parlando di un classico film di un’epoca passata riprodotto nel 2022 con le tecniche, e purtroppo, i pensieri del nostro periodo storico.
 
Tanti hanno fatto il paragone con il film del 2007 che però, io ammetto, non ho visto e non saprei in questo momento nemmeno come recuperarlo a meno di spendere cifre stratosferiche su eBay.
 
 
Io ho visto la versione del 1995 della BBC che puoi trovare in streaming su Prime Video anche oggi. Però non me la sento di fare paragoni perché credo sia scorretto nei confronti delle due pellicole pensate e studiate in maniera e modo diverso.
La regista Carrie Cracknell che viene da esperienze solo teatrali se non sbaglio, ci dà una versione un po' diversa non tanto della storia che è pur sempre quella del romanzo, ma della protagonista Anne Elliot.
 
Fondamentale in questo film è la rottura della quarta parete, quella che c’è tra attore e spettatore. Infatti, è sì una storia raccontata, in parte, dalla protagonista, ma è raccontata direttamente allo spettatore che è parte integrante del film: è, in qualche modo, attore nel film stesso, e spetterà a lui decidere che parte fare, se essere vicino alla protagonista (come ho fatto io) oppure contro la stessa Anne, o ancora un personaggio di passaggio che osserva il proseguo degli eventi.
 
 
Io ho trovato la scelta molto interessante e Dakota Johnson brava ad interpretare questa richiesta della regista.
Il film purtroppo ha i soliti cliché d’obbligo, con attori di colore aggiunti per rispetto della parità di genere e razza (si può dire o mi arrestano?) ma trovo stucchevole inserire personaggi con caratteristiche non pertinenti al racconto o che per motivi storici sia impossibile potessero avere quel ceto sociale o quella occupazione.
È troppo forzato.
Detto questo, ovviamente, nei film di fantasia o con sceneggiature non prese da romanzi o libri, ogni regista può fare come meglio crede.
 
Dakota Johnson si cala bene nella parte e ci regala una Anne, forse con uno stile un po' più moderno, ma ben rifinito e che non rovina l’immagine del romanzo della Austen; tutt’attorno girano gli altri protagonisti più o meno centrati e con caratteristiche, soprattutto comportamentali, non proprio attinenti al libro.
 
Ma il centro del film è proprio Anne e il resto è in secondo piano, quasi annebbiato.
Bella la fotografia, che però non è usata nel migliore dei modi dalla regista, probabilmente troppo attaccata al mondo teatrale. L’unico momento in cui la fotografia è ben utilizzata è quando Anne fa il bagno.
 
Molto criticato il finale dove Anne fa l’occhiolino allo spettatore, cosa che a me non è dispiaciuto dato che il film è tutto basato su questo dialogo Anne-Spettatore e poi è come un passaggio di testimone tra Anne e chi ci sarà nel futuro: segui il tuo cuore, non farti persuadere dagli altri a fare ciò che il tuo cuore non vuole.
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