Regia di Olivia Newman vedi scheda film
Kia (Edgar-Jones) è una ragazza cresciuta negli anni Cinquanta nella provincia del profondo sud americano, con un padre manesco che ha messo in fuga prima la madre e poi i suoi fratelli. Lei, nonostante tutto, è rimasta lì, in quella casa in mezzo a una palude. La sua condizione eccentrica la condanna a una miscela di pubblico ludibrio e pregiudizio. Soltanto una coppia di commercianti neri la accetta per quello che è. Quando quel gagà dell’ex fidanzato viene trovato morto, lei è l’unica indiziata. La sua difesa sarà offerta da un avvocato in pensione (Strathairn), uno dei pochi a non avere pregiudizi contro la giovane.
Tratto dall'omonimo romanzo del 2018 di Delia Owens, La ragazza della palude è un polpettone inverosimile che centrifuga una miriade di temi (la violenza domestica, lo stupro, la vendetta, l’analfabetismo, il mito della self-made-woman, l’amore impossibile) in uno scenario che, più che paludoso, sembra edenico. Lezioso e oleografico, servito da un cast di attori improbabili, il film di Olivia Newman sembra giocarsi l’unica carta buona in un finale che, a farci attenzione, è telefonatissimo.
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