Regia di Rosalind Ross vedi scheda film
La prima parte è appassionante e non sbaglia un colpo, ma la seconda – dalla scoperta della malattia – sembra proiettarci in un altro film, decisamente meno riuscito e convenzionalissimo. Alcune scene sono tristemente risapute (Whalberg che si trascina in chiesa), il personaggio di Mel Gibson non trova un meritato approfondimento e tutto converge verso il più banale patetismo di un biophic dolente come ne abbiamo visti troppi. Tratto da una storia vera e l’intento conclamato del film è quello di darle giustizia, nulla più, nulla meno. Un compitino semplice che il film riesce per lo meno a portare a termine. Whalberg impeccabile.
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